Corriere della Sera

«Una leonessa Ci ha chiesto lei di congedarsi con la sua voce»

- Mariolina Iossa

«Ha combattuto come una leonessa, in questi due anni, la nostra Letizia. Poi, la telefonata a mezzanotte: i colleghi e amici che le erano più vicini mi hanno avvisata. E io ho deciso di mandare in onda il suo audio, quello che lei aveva registrato e che voleva diffondess­i». È molto provata il direttore di Sky Tg24 Sarah Varetto, quando racconta della morte dolorosiss­ima di una collega così giovane e spiega la sua scelta di diffondere l’audio. Direttore, l’ha vista pochi giorni fa? «No, l’ultima volta l’ho vista in primavera, abbiamo chiacchier­ato, parlava di un progetto, scrivere un libro con le lettere per i figli, era ancora fiduciosa e nello stesso tempo sapeva. Non è riuscita a completare questo progetto, proveremo noi a realizzare il suo desiderio». L’ha quindi sentita al telefono? È stato allora che le ha chiesto di mandare sul web la sua registrazi­one? «Sì, l’ho poi sentita al telefono più volte. Ma dell’audio mi parlò già quando venne a trovarmi in redazione, in primavera. Mi disse: “Voglio essere io, con la mia voce, a salutare colleghi e telespetta­tori, non voglio un ricordo formale, tradiziona­le”». Le ultime parole della registrazi­one sono particolar­mente toccanti: non ho tanta voglia di andar via, dice, allora forse ruzzolerò sul web, in qualche notizia, non vi lascio. «Letizia era una donna in gamba, molto apprezzata dal punto di vista profession­ale, ha fatto una lunga gavetta, ha condotto trasmissio­ni, lavorato agli esteri, fatto anche l’inviato di guerra. Al suo lavoro teneva tantissimo e lo dice nell’audio, parla di necessità di raccontare la verità, di onestà intellettu­ale di noi giornalist­i. No, non ci lascerà». Eppure non ha trascurato la famiglia. Ha avuto tre figli. «Assolutame­nte. Il marito la adorava e la sosteneva. Ma Letizia, pur lavorando molto, ha sempre saputo dare grande importanza agli affetti». La voce, quasi un sussurro, fa pensare che sia stata registrata forse pochi giorni fa. «Non lo so. La voce è flebile, il nostro dolore è grande, ma ritengo sia giusto aver diffuso l’audio, lo voleva lei, me l’aveva chiesto».

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