«Il vero pericolo è la solitudine Il successo va gestito bene»
Il ruolo della famiglia «Essere creativi non significa per forza essere maturi. Il primo dovere della famiglia è quello di eliminare i “calabroni” che si aggirano per trarre profitto da queste situazioni»
Ragazzi che a vent’anni o poco più diventano milionari, grazie alle loro intuizioni che permettono di creare applicazioni per cellulari e tablet, di successo. E guadagnano. Oppure danno vita a startup, piccole imprese che propongono soluzioni innovative in vari settori e vengono, a volte, acquisite da aziende maggiori. Che pagano fior di soldi. Ma come ci si sente milionari a vent’anni?
«Partiamo dall’aspetto positivo: i ragazzi hanno voglia di fare, non tutti riescono a ottenere risultati, ma qualcuno ci riesce ed è un successo! Ma è un successo che va gestito».
A parlare è Fulvio Scaparro, psicoterapeuta a Milano.
Insomma, certi ragazzi, poco più che adolescenti, si trovano improvvisamente ricchi. Che cosa succede?
«È peggio vincere al Totocalcio, dove c’è solo una questione di fortuna. Qui invece entra in gioco la creatività che rappresenta un motivo di orgoglio. Ma i risultati vanno gestiti perché questi ragazzi, più o meno adolescenti, sono comunque immaturi. E la questione non è legata solo al mondo delle nuove tecnologie, ma anche a quello della
musica, per esempio, o ancora: quello sportivo che rappresenta un esempio storico». Allora?
«Spesso la famiglia gioca un ruolo importante: in alcuni casi aiuta (esistono alcuni esempi positivi nel mondo del calcio,
ndr) ma in altri sfrutta (altrettanti esempi si possono trovare nel tennis, per esempio, ndr). La vera sfortuna è quello di essere soli». La solitudine, dunque, è il vero pericolo.
«Sì, è proprio così. La ricchezza abbaglia: il fatto di essere creativi e di avere avuto fortuna, non deve far dimenticare l’età e il normale percorso formativo che i giovani devono affrontare. La scuola e tutto il resto». Allora la famiglia e l’ambiente giocano un ruolo fondamentale?
«Sì. Occorre eliminare i “calabroni” che si aggirano per trarre profitto da tutte queste situazioni».
La storia di questi ultimi anni insegna: alcune persone, grazie alle loro intuizioni giovanili, sono quasi diventati i padroni del mondo. Come Steve Jobs, il fondatore di Apple che, prima di morire, ha lasciato, soprattutto ai più giovani, un suo testamento: «Stay hungry, stay foolish» («Restate affamati, restate folli» in italiano), dove li invitava ad avere il coraggio di seguire quello che avevano nel cuore, guidati dall’intuito, come degli affamati.
«Sì, invitava a pensare l’impensabile. E questo non è sbagliato. Il problema è che il mondo ancora oggi non è preparato ad accogliere questo messaggio. Un altro percorso è quello dell’imprenditore e informatico Bill Gates, l’uomo più ricco del mondo dopo aver fondato Microsoft, diventato da un po’ di tempo il paladino dei poveri della Terra, con i suoi programmi di lotta alle malattie infettive soprattutto nei Paesi più arretrati, con l’aiuto della moglie. Anche lui non è solo».