Corriere della Sera

Se siamo squadra si può fare un blitz in Brasile

- Paolo Tomaselli Marco Bonarrigo

Meglio così. Meglio uscire un po’ ridimensio­nati da questo Tour in prospettiv­a Rio. Per gli azzurri di Cassani il durissimo tracciato olimpico è il mondiale dei mondiali, dato che in quelli veri non tocchiamo palla dal 2008. Così arrivare in Brasile a fari spenti può fare bene: le pressioni eccessive, su una squadra che nelle classiche ha vinto «solo» un Lombardia con Nibali, sono controprod­ucenti. A Rio ci saranno la Francia dei giovani talenti, la Spagna dei califfi, il Portogallo che può di nuovo sorprender­e tutti, come all’Europeo di calcio. Ecco, appunto: se l’Italia parte a testa bassa e compatta come una vera Squadra può fare proprio come gli azzurri di Conte. Può andare oltre le proprie possibilit­à. E contro i pronostici. Senza nemmeno doversi curare di tabelloni sfortunati o rigori maldestri. al Tour non è piaciuto. In Francia lo Squalo è considerat­o un nobile delle due ruote e vederlo sfilare col gruppetto dei velocisti in salita o relegato in classifica generale a un’ora e 17’ da Froome mette tristezza. Era davvero questo il modo migliore per prepararsi al Tour? E il ritardo di condizione che si è visto anche nell’ultima tappa (e che Valverde, pure lui reduce dal Giro, non manifesta) non dipende forse da un mese di transizion­e troppo passivo tra le due gare? Lo scopriremo solo a Rio, il prossimo 6 agosto, dove a fianco del capitano e del suo vice ci saranno tre atleti che rappresent­ano perfettame­nte l’immagine attuale del nostro miglior ciclismo. De Marchi, Caruso e Rosa, emigranti di lusso al servizio di capitani vincenti, grandi faticatori disposti a ogni sacrificio.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy