Corriere della Sera

Ombre russe sull’ultimo «mailgate» Guerra fredda 4.0 fra Hillary e Putin

I democratic­i accusano Mosca di aver voluto aiutare Trump. Ma è difficile provarlo

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al Pentagono, Michael G. Vickers.

Le email hanno rivelato che il Dnc, la direzione nazionale democratic­a, non è stato affatto imparziale nella stagione delle primarie, favorendo sfacciatam­ente la Clinton contro Bernie Sanders. La rivelazion­e è costata il posto a Debbie Wasserman Schultz, che ha annunciato le dimissioni da presidente del Dnc.

È stato Robby Mook, capo della campagna di Hillary, a puntare per primo il dito contro la Russia: «Gli esperti ci dicono che soggetti statali russi sono penetrati nei server del Dnc, hanno rubato le mail e le hanno rese pubbliche per dare una mano a Trump». Mosca, secondo Mook, avrebbe buone ragioni per sostenere il tycoon populista, che ha avuto parole di apprezzame­nto per Putin e di recente ha detto che da presidente ordinerebb­e di intervenir­e a difesa di un Paese Nato sotto attacco della Russia, solo se questo fosse a posto con i contributi verso l’Alleanza.

Trump ha subito liquidato come una «barzellett­a» lo scenario di una regia moscovita: Il portavoce Peshkov «esclude che il governo o una sua struttura siano coinvolti» «L’ultima è che la Russia ha fatto uscire le disastrose email del Dnc, che non avrebbero mai dovuto essere scritte, perché io piaccio a Putin. Stupidaggi­ne. In realtà Hillary è la sola responsabi­le di questo scandalo perché la sua pessima capacità di giudizio è tale che una cosa del genere sia potuta accadere». Quanto al Cremlino, il portavoce Dmitry Peshkov ha detto a Reuters di «escludere del tutto che il governo russo o una delle sue strutture siano coinvolti».

Le tracce che farebbero risalire alla Russia sono in verità labili e non conclusive. La responsabi­lità dell’intrusione è stata rivendicat­a dagli hacker romeni di Guccifer2, che poi avrebbero riversato il materiale a Wikileaks. Ma secondo alcuni esperti è una manovra diversiva e il gruppo fungerebbe solo da copertura.

Il mese scorso il Washington Post aveva rivelato le conclusion­i di un’indagine di CrowdStrik­e, specialist­a in sicurezza informatic­a, secondo cui due gruppi di hacker legati all’intelligen­ce moscovita erano penetrati nei computer del Dnc. Uno dei due gruppi, identifica­to come Cozy Bear (orso amico) o Apt29, era nel sistema da quasi un anno; il secondo, denominato Fancy Bear, aveva violato i server democratic­i per la prima volta in aprile. Secondo il New York Times, il controspio­naggio americano è convinto che entrambi gli «orsi» dipendano direttamen­te dal Gru, l’intelligen­ce militare russa. Cozy Bear sarebbe una vecchia conoscenza di Fbi e Cia, per aver cercato in passato di forzare i sistemi del dipartimen­to di Stato e della Casa Bianca. Ma gli stessi investigat­ori Usa ammettono che l’operazione di eliminazio­ne delle tracce elettronic­he sia stata molto accurata, rendendo improbabil­e l’acquisizio­ne di una prova definitiva.

Certo la pubblicazi­one delle mail in coincidenz­a con la Convention democratic­a non può essere casuale. Ne è un Forti sospetti di legami col Cremlino sui gruppi di hacker Cozy Bear e Fancy Bear

mistero che Mosca ritenga gli Stati Uniti registi occulti della pubblicazi­one dei Panama papers sui conti off-shore di molte celebrità, che hanno creato qualche imbarazzo a Putin. Per non parlare del fatto che i russi consideran­o una manovra tutta americana il tentativo di escluderli dalle Olimpiadi per il doping. Vista in questo contesto, la probabile «desinforma­zia» seminata in campagna elettorale, confermere­bbe la nuova frontiera della guerra delle spie.

Lenny Kravitz, celebre cantautore newyorches­e. Con Lady Gaga, parteciper­à al concerto organizzat­o per i delegati democratic­i che dovranno «incoronare» Hillary Clinton

Calvin Cordozar Broadus Jr., meglio conosciuto come Snoop Dogg. Rapper e attore, canterà per intrattene­re i donatori. Alla convention attesi anche attori e artisti

La smentita I due «orsi»

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