270 chilometri a piedi per incontrare il popolo di Donald
A piedi per 270 chilometri, da Denver Township a Cleveland. Il giornalista Drew Philp dopo aver preparato la valigia (foto in basso a destra) ha camminato fino alla convention repubblicana «per avere il tempo di capire», ha scritto nel suo diario di viaggio sul Guardian. Ha incontrato i sostenitori di Trump, ma non solo (nelle foto grandi, pubblicate su Twitter, due manifestazioni a Cleveland). Ha parlato con democratici pentiti, ex sindacalisti, commessi costretti a vivere con i genitori e immigrati musulmani che vorrebbero che gli Stati Uniti sconfiggessero l’Isis. Pure un prete che ha camminato più di lui, venendo a piedi da Chicago (nella foto insieme a Philp). Un’America in cerca di lavoro, benessere e sogni: «Gli elettori cercano un cambiamento. Quello che speravano portasse Obama», scrive Philp nel suo diario.
al Vietnam (la pettinatura stessa di Trump è un’allusione a Happy Days). Guardate il discorso di Douglas MacArthur del 1952 o quello di accettazione della nomination del 1964 di Barry Goldwater, solo per capire la suggestività del discorso di Trump.
Eppure c’è una differenza. All’epoca, lo stile paranoide attraeva i seguaci del Partito repubblicano. Il pubblico della convention impazziva per MacArthur e Goldwater. La scorsa settimana a Cleveland è stato diverso — come era evidente dentro e fuori il centro congressi — Trump è fondamentalmente un corpo estraneo al Grand Old Party. Come mi ha spiegato un giovane repubblicano, lui è veramente un candidato indipendente, che ha conquistato la nomination mobilitando gli elettori che avevano abbandonato il Partito repubblicano nell’era Bush. È per questo che gli habitué della convention definivano in modo sprezzante i sostenitori di Trump «Republident».
La rivolta di Trump contro le élite continua a confondere gli analisti politici che appartengono loro stessi alle élite. Imperterriti, nonostante tutto quello che è successo nel corso dell’anno, continuano a sottostimare le sue chance a novembre. Non sono riusciti a comprendere il potere dello stile paranoide. Se Trump riuscirà a motivare e stimolare non solo i repubblicani ma anche i «Republidents» — elettori indipendenti che lo preferiscono a Clinton — ci potrebbe nuovamente sorprendere tutti.
Disprezzatelo quanto volete, ma Donald Trump potrebbe essere il primo Presidente Republident. E no, non sono semplicemente paranoide.
(traduzione Ettore C. Iannelli)