Corriere della Sera

Le parole sbagliate contro le donne

- Di Antonella Baccaro

L’eloquio di Matteo Salvini sui palchi della provincia profonda, dove si spinge per diffondere con grande convinzion­e il verbo leghista, ricorda sempre più spesso il monologo di Nerone declamato dal grande Ettore Petrolini di fronte a un’ipotetica folla. Quello con il pubblico che lo acclama con un «bravo!» tutte le volte che parla, e alla fine anche quando prova sempliceme­nte a aprire bocca, in una sequenza di «bravo!»-«grazie!» dagli effetti potenti. «Lo vedi all’urtimo come è il popolo? — osserva Petrolini/Nerone —. Quando si abitua a dire che sei bravo, pure che non fai gnente, sei sempre bravo!».

Il leader leghista però non ci sta a non dire gnente e quell’entusiasmo rispettabi­le e sincero della sua gente prova a guadagnars­elo, certamente con le sue tesi, ma anche con una battuta, alzando sempre di più il tiro. Tra i suoi cavalli di battaglia, c’è l’attacco alle istituzion­i, in particolar­e a Laura Boldrini, presidente della Camera, cui ieri ha rivolto un insulto particolar­mente offensivo che facilmente è destinato a essere superato da un altro ancora più eclatante. Perché se quello che conta è l’effetto finale, quel «bravo» che effettivam­ente è scattato anche ieri tra gli applausi e le risate del pubblico, poco conta quello che si dice: l’importante è spararla sempre più grossa. Così ieri, in questa escalation espressiva, Salvini ha scelto l’epiteto «bambola gonfiabile» e l’ha buttato là certo di colpire nel segno.

La polemica che ne è seguita in qualche modo gli dà ragione e non staremmo qui a alimentare questo stesso falò se quel paragone non ci apparisse, oltre che offensivo per l’istituzion­e, anche pericoloso e volgare in quanto riferito a una donna, in particolar­e in questo momento storico. Basterebbe guardarsi intorno per capire che le libertà conquistat­e dall’universo femminile oggi sono minacciate da estremismi che lo stesso Matteo Salvini dice tutti i giorni di voler combattere. Se questo è vero, se dobbiamo vigilare perché le donne non debbano fare quel passo indietro nella nostra società che lo scrittore francese Michel Houellebec­q ha prefigurat­o nel suo terribile libroprofe­zia «Sottomissi­one», allora sarà meglio per tutti smettere di accostarle alle bambole.

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