Il ministro Madia: «Grave il test annullato se fosse anti-merito»
«Se è vero, sarebbe grave e contro il principio di merito», dice il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia: «Approfondirò la notizia» dell’annullamento da parte dell’azienda sanitaria di Pavia, con la motivazione «ex post» che le domande erano troppo difficili, del test in base al quale la Commissione aveva selezionato (sui 64 candidati stilati dalla graduatoria del Centro per l’Impiego) una concorrente «idonea» per l’unico posto di lavoro da coprire. Ieri in una nota l’Ats di Pavia scrive che «l’unica candidata risultata idonea era collocata al 50° posto» dell’iniziale «graduatoria del Centro per l’Impiego (e al 38° posto dei presentatisi)». E allora? Su quei 64 potenziali partenti, all’esito dell’esame aveva vinto lei la corsa: perché dunque non assumerla? Contraddittoria la risposta dell’Ats pavese: perché «scopo della selezione non era in alcun modo quello di determinare una graduatoria di merito, non trattandosi di concorso, ma esclusivamente di valutare l’idoneità dei soggetti presentatisi». Scopo poi bellamente buttato alle ortiche, giacché l’Ats, «nell’esaminare i verbali, ha ritenuto che le domande e prove» (come l’uso di Word o Excel) «fossero di un livello di complessità superiore rispetto a quello richiesto per il tipo di attività e figura professionale richiesta, e ha ritenuto di annullare e ripetere la selezione».