Corriere della Sera

HIGUAIN VIA DA NAPOLI, MA È IMPRUDENTE PARLARE DI TRADIMENTO «P

- Di Marco Demarco

er chi come me continua a vivere il calcio come una passione, questo è un tradimento grave». A quanto pare, non bastavano le foto della maglietta del Pipita nel water e la delusione rabbiosa di una tifoseria in crisi di astinenza da idolo: via Maradona, via Cavani, chi resta? Contro il passaggio alla Juve di Higuain si è scagliato anche de Magistris. Per il sindaco anticapita­lista, nel calcio moderno «ci sono troppi soldi, troppi interessi». E dunque? «Capisco — ha spiegato — che i calciatori sono profession­isti e vanno da chi offre di più, che hanno una carriera breve e devono guadagnare, ma tutto questo non mi piace e credo che quelli che avrebbero potuto evitare il suo addio, avrebbero dovuto farlo». Ora, vada per la stoccata a De Laurentiis, che dalla cessione ha ricavato quasi cento milioni; e vada pure per il brusco conformars­i ad una certa isteria dei supporter azzurri. Ma sulla storia del tradimento è meglio non sorvolare. La parola in sé, infatti, ha un peso storico e politico molto forte. Polibio, che fu tra i primi a utilizzarl­a, definì traditore «chi consegni la città al nemico». Dare del traditore a qualcuno vuol dire allora consegnarl­o all’odio più distruttiv­o. E con i tempi che corrono, non è prudente che un sindaco si spinga fin qui. Tanto più uno che, come lo stesso de Magistris ha ammesso, prima di esternare spesso non conta fino a tre. Nel caso specifico, poi, ci sono un paio di aggravanti. La prima. La retorica del tradimento calcistico rischia di essere funzionale a quella del tradimento nazionale nei confronti della città su cui de Magistris da tempo insiste: Napoli tradita da tutti, da Cavour a Renzi. Che è poi un modo per autoassolv­ersi vita natural durante. La seconda. De Magistris è sempre stato sospettato, anche se ha più volte smentito, di essere nel profondo un interista. Che abbia voluto esagerare per rifarsi una verginità? Anche se così fosse, però, più che con il disprezzo incendiari­o, avrebbe dovuto farlo con grazia. Con sprezzatur­a.

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