«Grande salotto all’aperto Festa pop con anima sociale»
Cristiana Capotondi tra le ideatrici: al centro c’è il pubblico
vedono film d’autore come commedie. Sono consumatori attenti e affezionati. Ora questo grande pubblico merita di vedere da vicino i protagonisti in un contesto informale di grande vicinanza. E poi Milano da sempre è il termometro migliore per capire se un film funzionerà».
si terrà a Milano dal 16 al 18 settembre e si svilupperà nell’area che si affaccia su via Gaetano De Castillia, ai piedi del Bosco Verticale, coinvolgendo la Stecca degli Artigiani, la Casa della Memoria, la Fondazione Riccardo Catella fino a estendersi nell’ex campo di grano (nella foto la zona della manifestazione). L’ingresso è libero ma lo scopo è anche benefico.
In che senso?
«Quando nelle sale arriva un’anteprima, a Roma ci sono gli addetti ai lavori. A Milano, in platea si sentono risate e lacrime da pubblico libero».
Quando è nata l’idea di «Fuoricinema»?
«A Natale scorso è scattata la scintilla. Un grande lavoro La raccolta fondi avverrà attraverso un market place attivo durante i tre giorni di manifestazione e attraverso un’asta Charity Stars a livello nazionale organizzata nelle due settimane che precedono Fuoricinema. La solidarietà sarà in favore di tre associazioni radicate sul territorio che si occupano di infanzia. Fondazione Archè che si prende cura di mamme e bambini con collettivo, tutti hanno dato una mano, un po’ come fosse la preparazione di un film. Coinvolgere gli ospiti per ora non è stato difficile: tutti aderiscono senza bisogno di approfondire il progetto. Si prenotano alla cieca».
I milanesi vanno al cinema, vedono film d’autore come commedie Sono spettatori affezionati Ora questa enorme platea merita di accogliere i suoi protagonisti
Che tipo di evento immaginate?
«Con un’anima pop, il meno possibile d’élite. L’idea è mettere al centro il pubblico, ospitandolo. Tutto sarà gratuito. Senza giurie, né film vincitori da decretare. Senza le tensioni dei verdetti. Si parlerà dei temi dei film: sarà prima di tutto una festa. E sarà un po’ come andare a cena da amici, un grande salotto all’aperto».
In Italia c’è la Mostra di Venezia, poi la Festa del cinema di Roma. Quale può diventare il modello per «Fuoricinema»?
«Il Festival di Giffoni. Ogni volta che te ne vai, hai subito voglia di tornarci. E poi l’Hbo Summer Festival di New York, a Bryant Park: dove la gente arriva con il pic-nic e la copertina e condivide la passione per il cinema. Vogliamo stuzzicare il calore dei milanesi».
Ci sta lavorando da mesi. Nei tre giorni dell’evento lei che ruolo avrà?
«Coordinerò l’asta benefica con cui apriremo il festival dandogli anche un’anima sociale, quella che merita essendo Milano la capitale del volontariato. Poi presenterò qualche incontro. Ma, dopo tanto lavoro, sarà bello goderselo nascondendosi tra il pubblico».
Tutto gratuito, senza giurie, vincitori o tensioni dei verdetti. Saranno affrontati i temi delle pellicole Ma prima di ogni cosa sarà come andare a cena da amici
Da milanese convertita per lei sarà difficile restare ferma...
«A Milano ho imparato a spendermi su un milione di cose contemporaneamente. Il segreto che ti trasmette la città è la curiosità che muove ogni cosa. Qui con la scusa del lavoro si va pure a fare l’aperitivo. Per me ormai è come vivere in un grande Monopoli».