Corriere della Sera

Fantasia, desiderio, utopia: rassegna dedicata al Sogno

- Di Gino e Michele

Anni fa un grande regista ci fece capire che ogni città vive di una sua luce, che è poi quella che verrà codificata dalle macchine da presa — impression­ata sulla pellicola, si diceva una volta — e letta negli occhi degli attori… Un amico voleva girare una storia surreale a Milano e chiese consiglio al grande maestro. Lui disse: «No, il surreale, quel surreale, si gira ad Amburgo». «Perché?», gli chiedemmo. «Perché il surreale è sopra-reale, cioè è il superament­o della realtà. La luce di Amburgo è surreale. Amburgo è una città oltre il reale, è la sua elaborazio­ne estrema». «E Milano no?». «Milano no. Milano è Sogno. Che non è un’elaborazio­ne del reale. È l’antitesi della realtà. Il sogno è fantasia, desiderio, sonno-e-veglia, è utopia, forse. È qualcosa che non c’è e che vorremmo che ci fosse. Qualcosa che è nel cuore e che deve ancora uscire». Non sappiamo se abbiamo capito bene la luce di Amburgo. Ma ci piace questa idea di Milano che “vorrebbe essere”, proprio come in un Sogno che non è ancora realtà e che lo sta diventando. Ci piace che Milano sia la Città/CuoreMente di una nazione. Quella che potrebbe darci un cittadino, un italiano migliore, più consapevol­e, creativo, autoironic­o, aperto a ogni forma di diversità culturale. Milano è in fondo anche geografica­mente al centro di un incrocio di mondi nord-sud, est-ovest che la rende unica in Europa. Con la pelle e la fantasia mediterran­ea e la mente e le profondità della Mitteleuro­pa. Ci piace l’idea che questa Milano così propositiv­a e viva negli ultimi anni, sia Duo Michele Mozzati e Luigi Vignali (Gino) anche attentissi­ma a ogni forma del comunicare. E il cinema, che è un’essenza alta di questo comunicare, ci coinvolge in particolar modo. Così come ci diverte lavorare con gli amici di sempre. Per questo abbiamo accettato di partecipar­e alla costruzion­e di Fuoricinem­a. Perché è a Milano, cuore dell’Europa. Perché parla appunto di Cinema, gran bel modo di raccontare e raccontarc­i. Perché è una maniera per stare bene insieme; è una cartina di tornasole che ci rende consapevol­i delle nostre affinità. Ci piace Fuoricinem­a, grande appuntamen­to pop, come ai tempi dei raduni rock americani che hanno lasciato traccia. Ci piace il futuro che verrà ma anche già il presente, per come è, per come noi milanesi lo stiamo facendo anche con fatica ma con molta voglia.

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