Corriere della Sera

Drammi e favole rock per i sette esordienti di Venezia

- Stefania Ulivi

Di vite ne ha già vissute molte Pepe «Joey» Smith, leggenda vivente del Pinoy, il rock filippino. Classe 1947, padre americano, madre filippina, cresciuto a suon di country e R’n’B in una base Usa nell’arcipelago del Sudest asiatico, imitatore di Mick Jagger e quindi icona, poi decaduta e riscoperta, della musica del suo Paese grazie alla canzoneinn­o del Pinoy rock «Ang Himig Natin».

A Venezia 73 Joseph William Feliciano Smith si presenterà in una veste inedita, quella di attore, protagonis­ta di uno dei titoli più sorprenden­ti in gara nella 31ª edizione della Settimana della critica (Sic) una delle sezioni parallele e indipenden­ti della Mostra del cinema. Si intitola Singing in Graveyards, la dirige Bradley, giovane filmmaker malese, produttore del prossimo film del riverito regista filippino Lav Diaz che recita nel film al fianco di Pepe Smith. Una «riflession­e beckettian­a sul doppio e sulla memoria», con Pepe che si sdoppia, nei panni di un demone della foresta che sceglie di incarnarsi in un uomo, Joey, leggenda del rock ‘n roll settantenn­e e in disarmo. Il musicista accompagne­rà il film a Venezia e c’è da sperare che, come accade sempre più spesso in laguna, ne esca anche un’esibizione live.

La Sic, tradiziona­lmente dedicata alle opere prime, si aprirà il 31 agosto con un altro film assai poco convenzion­ale, Prevenge di Alice Lowe, «slasher-movie post femminista», lo definisce il delegato Giona A. Nazzaro. Protagonis­ta una donna incinta in cerca di vendetta. A chiudere, il 10 settembre, sarà la favola post punk Are We Not Cats del newyorkese Xander Robin.

Sette i titoli in concorso. Oltre a Singing in Graveyards e Le ultime cose della trentenne torinese Irene Dionisio, storia corale ambientata tra i frequentat­ori del banco dei pegni, c’è grande curiosità per il noir Drum, girato clandestin­amente per le strade di Teheran da Keywan Karimi, giovane cineasta che il governo iraniano ha condannato a un anno di carcere, 223 frustate e alla multa di 20 milioni di rial per il doc Writing on the city. L’autore non sarà al Lido, il suo passaporto è stato trattenuto dalle autorità. Dalla Colombia arriva Los nadie di Juan Sebastian, dalla Tunisia Akher Wahed Fina di Ala Eddine Slim. Quindi Jour de France di Jérôme Reybaud e Prank del canadese Vincent Biron. Una geografia composita e casuale di «sguardi di oggi», spiega Nazzaro. Molta musica, tanti protagonis­ti giovanissi­mi, tecnologia, fughe e passioni che si intreccian­o. Nel presente.

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Post punk Un’immagine di Are We Not Cats, favola post punk del newyorkese Xander Robin

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