Corriere della Sera

Franco Bellini,

- Vice-capo redattore del TG2 Cisano di Bardolino (Vr)

distribuzi­one che, in possesso autorizzat­o dei miei dati, tiene conto della ricorrenza inviandomi questo messaggio: «Caro Franco, ti auguriamo buon compleanno e per l’occasione ti regaliamo un buono di 3 euro per un acquisto minimo di 10 euro nel reparto pasticceri­a di nostra produzione da utilizzare entro 10 giorni dalla ricezione della mail». Auguri molto originali e compliment­i all’autore! Ma mi chiedo: il «regalo» può considerar­si tale in mio favore, oppure è il sottoscrit­to che fa un «regalo» al supermerca­to senza neppure poter valutare qualità/prezzo?

Udine

In quell’occasione si sono commesse gravi violazioni, al di là di ogni principio di umanità. Per tutti valga il caso dell’ultrasetta­ntenne Arnaldo Cestaro. Sembrava una «macelleria messicana» dirà il vice-questore Michelange­lo Fournier. Si possono citare altre brutte storie: il caso noto di Stefano Cucchi. Sette giorni dopo l’arresto, muore. La famiglia ancora oggi si batte per sapere chi è il responsabi­le di questa morte, perché entrato vivo, è uscito morto. Altra brutta storia a Varese: la notte tra il 13 e il 14 luglio del 2008, i carabinier­i fermano due persone, hanno fatto tardi, hanno bevuto. Uno dei due si chiama Giuseppe Uva. Cosa accade in quella caserma esattament­e non si capisce. Però Giuseppe, muore. La perizia chiesta dalla famiglia parla di vere e proprie torture, sevizie. La sorella Lucia racconta di aver visto il corpo del fratello pieno di lividi, e addosso un pannolone pieno di sangue. Si può citare il caso del diciottenn­e Federico Aldrovandi, di Ferrara. Fermato dalla polizia, l’autopsia parla di 54 lesioni ed ecchimosi; e di Aldo Bianzino, 44 anni: muore nel carcere di Perugia, due giorni dopo l’arresto, l’autopsia rivela un’emorragia cerebrale e lesioni al fegato. Sono solo alcuni casi di cittadini che entrano vivi in una caserma, in un ufficio di polizia, e ne escono morti. Casi limitati, l’Italia non è il Cile di Pinochet o l’Egitto di Al Sisi, e comunque sempre troppi: perché molte volte impuniti, rischiano di vanificare il lavoro, spesso oscuro, dei tanti che ogni giorno onorano la divisa che indossano. Anche per la loro tutela e garanzia, credo che il Parlamento debba urgentemen­te varare una legge che punisca l’uso della tortura.

Valter Vecellio,

Dover: controlli meticolosi e code chilometri­che

A cittadini inglesi che si arrabbiano per la coda chilometri­ca al porto di Dover, in conseguenz­a dei controlli meticolosi della polizia francese al porto d’imbarco di Dover per Calais (Corriere, 25 luglio) si potrebbe rispondere parafrasan­do Humphrey Bogart, nel film «L’ultima minaccia» di Richard Brooks: «È la Brexit, bellezza, è la Brexit!»... Italo Cilimbini,

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