Corriere della Sera

Fischi per il teatrino nerazzurro

- Di Daniele Dallera

Se ci sono, eccome se ci sono, battano un colpo. Ma non da seduta spiritica, evocando l’anima di un’Inter che non c’è più. Il nuovo gruppo proprietar­io Suning venga a Milano, viva la città, piazzi un suo uomo forte, dialoghi con Moratti, c’è sicurament­e da imparare qualcosa. Quanto a passione e competenza la libera docenza dell’ex presidente dell’Inter (si parla di Moratti, sia chiaro, non di Thohir) può essere molto utile al gruppo di Nanchino. Una società deve essere gestita, diretta, esprimendo una guida autorevole, capace di affrontare situazioni difficili. La prima, quella di Roberto Mancini: c’è un allenatore insoddisfa­tto, che esprime con smorfie, parole e silenzi tutta la sua perplessit­à verso un mercato che non decolla e un rinnovo di contratto che non arriva. O lo si accontenta, almeno sul mercato, o gli si dice chiaro e tondo che deve accomodars­i alla porta, con i modi consueti, compresi quelli finanziari. Pretendere che si dimetta è esagerato (a meno che non arrivi l’offerta di una panchina prestigios­a...). Ma non si può andare avanti così. Seconda grana, quella che riguarda Icardi. L’attaccante dell’Inter e la sua signora-manager vogliono «solo» più soldi, facendo capire che avevano ricevuto promesse in tal senso. Si è inserito il Napoli che deve «coprire» la fuga di Higuain. Solo una società con la spina dorsale integra risolve un nodo simile. Invece siamo davanti ad attori impegnati a interpreta­re la parte peggiore. Applausi alla Juve per il colpo di Higuain, a De Laurentiis per i 90 milioni incassati, fischi all’Inter per un teatrino che ha urgente bisogno di una regia.

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