Corriere della Sera

Identikit

- DALLA NOSTRA INVIATA

Il bar degli alpini, cappuccino rovente e brioche che sa ancora di brioche, è un porto di mare. Gente che va, gente che viene, tutti che gli affondano una manata sulle spalle (imponenti). In ciascuna delle sue incarnazio­ni precedenti, pilota automobili­stico e conduttore televisivo, Alessandro Zanardi ha goduto di una popolarità straordina­ria. Ma è in quella attuale, di certo non l’ultima, che il suo carisma è sgorgato, attirando umanità come la fiamma le falene.

Sdraiato a un palmo da terra su un aggeggio ipertecnol­ogico che lancia in discesa fino a settanta all’ora con la forza bruta dei bicipiti (torniti), Alex è reduce da una gara di handbike, un’ora di frenetico frullar di braccia nella Valle del Garza, che non vedeva in azione fenomeni naturali della portata di Zanardi dagli insediamen­ti risalenti al Neolitico superiore. Di prima mattina ha messo in fila giovani, meno giovani e giovinastr­i, e ora se la gode, ricevendo ammiratori in procession­e cui non nega nulla (foto, selfie, autografi, altre manate sulle spalle) e lanciandos­i a capofitto, con la loquacità e le generosità di cui ha piene le tasche, in questa chiacchier­ata pre Rio. Seconda Paralimpia­de della sua vita da biamputato (Lausitzrin­g, 15 settembre 2001, spaventoso incidente cinque mesi dopo la carambola mortale di Michele Alboreto), due ori e un argento da difendere.

Un sorso di cappuccio e un morso alla brioche. «Il mio fisico non è un motore banale: sto costruendo Rio con un allenatore bravissimo, Francesco Chiappero, e l’équipe Enervit: a cinquant’anni, che compirò il 23 ottobre, sono un caso per la scienza!». In Brasile, nella sua categoria, sarà il più anziano. «Se me la giocassi solo sulla resistenza, sarei già perdente. A parte che l’idea di battere atleti venticinqu­enni mi accende più di un neurone, grazie all’esperienza oggi so stilare con lucidità la mia lista di priorità». Per spiegarlo, gli piace usare la metafora dei cinque secondi: «Quando hai 20 anni, non ti rendi conto del tuo potenziale. A 50 sei arrivato così tante volte al confine con lo sfinimento da sapere che, se tieni duro altri 5’’, vinci». Bastassero solo le metafore per conquistar­e medaglie alle Paralimpia­di. «Guarda il Mondiale 2015 in Svizzera: osando, mi sono preso l’oro. Se mi trascini alla volata, divento un cagnaccio: sul podio il mio rivale aveva 24 anni, quasi la metà dei miei».

Prima di tornarsene a casa cornuti e mazziati anche da Nave, gli avversari si fermano per un

Alex Zanardi, 50 anni. Ex pilota di F1, campione Cart e nel Superturis­mo. Due ori paralimpic­i nel 2012 nel paraciclis­mo e 8 titoli iridati

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