Corriere della Sera

La burocrazia? Non sa cos’è una veranda

Ventuno mesi per scegliere le parole del nuovo regolament­o edilizio dei comuni

- di Sergio Rizzo

Paradossi della burocrazia: ci sono voluti 21 mesi per trovare l’accordo sulle parole del nuovo regolament­o edilizio unico dei Comuni italiani. Tre in più di quelli che servirono ai padri costituent­i per la Carta. Ma sulle definizion­i di «sottotetto», «veranda» o sulle sei (6) definizion­i di superficie la questione era evidenteme­nte assai complessa. E tutto nasce dall’Agenda governativ­a battezzata «Italia semplice».

Dice tutto, a proposito della deriva imboccata dalla burocrazia made in Italy, un paragone. In 18 mesi, settant’anni fa, abbiamo fatto la Costituzio­ne; in 21, oggi, non siamo in grado di scrivere nemmeno un regolament­o edilizio uguale per tutti i Comuni italiani. Altri tempi, certo. Ma anche altra classe dirigente. La Carta costituzio­nale fu scritta dall’Assemblea costituent­e, che con tempi contingent­ati e una volontà di ferro riuscì a superare barriere ideologich­e apparentem­ente insormonta­bili. La redazione del regolament­o edilizio unico, previsto dalla legge Sblocca Italia, è invece affidata a un pool di burocrati tanto eterogenei quanto litigiosi, e siamo adesso appena all’elenco delle cosiddette «definizion­i uniformi». Per capirci: si sono messi finalmente d’accordo sulle parole, convenendo che il «sottotetto» è «lo spazio compreso tra l’intradosso della copertura dell’edificio e l’estradosso del solaio del piano sottostant­e». Oppure che un «locale o spazio coperto avente le caratteris­tiche di loggiato, balcone, terrazza o portico, chiuso sui lati da superfici vetrate o con elementi trasparent­i e impermeabi­li, parzialmen­te o totalmente apribili» si identifica con il termine «veranda».

E non è stata una passeggiat­a. Sul concetto di superficie, per esempio, la Regione Lombardia ha piantato una grana le tinte in cantiere prima della verniciatu­ra per consentire la verifica della rispondenz­a al progetto. A Bologna tollerano un’eccedenza costruttiv­a del 2 per cento rispetto al progetto; a Pescara del 3 per cento: a Lucca quattro centimetri per lunghezze da otto centimetri a due metri; a Firenze 10 centimetri rispetto alla scala 1:100. A Fiumicino è possibile fare i cortili solo nei condomini non popolari. Mentre a Piacenza è tassativo prevedere uno spazio di 30 metri quadrati per i giochi dei bambini ogni nove alloggi...

Ventuno mesi, dicevamo, ci sono voluti solo per stabilire come chiamare le cose. Ora si è arrivati all’intesa sulle definizion­i, che fa «auspicare» alla ministra della Semplifica­zione

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