Corriere della Sera

Le antiche radici cattoliche e il tricolore sulle basiliche

Il cattolices­imo è l’altro pilastro della nazione: dopo il 14 luglio, questo è l’attacco finale al Paese che venera Giovanna d’Arco

- di Aldo Cazzullo

Il boia che frugò tra le ceneri del rogo di Giovanna d’Arco, sulla piazza di Rouen, trovò il suo cuore intatto; questo almeno imparano i bambini francesi alle elementari.

La Pucelle, vale a dire la Vergine, chiese di morire guardando il crocefisso: un soldato inglese, impietosit­o, gliene costruì uno incrociand­o due pezzi di legno; un domenicano tra i tanti che l’avevano condannata andò di persona a prendere un crocefisso in chiesa. Prima di spirare, Giovanna invocò ad alta voce per tre volte il nome di Gesù. Un altro soldato, che la odiava al punto da aver giurato di attizzare il rogo con le proprie mani, scoppiò a piangere. Il boia, trovato il cuore, corse a confessars­i: «So che oggi mi sono dannato per l’eternità».

È probabile che tutto questo sia inventato, o comunque ingigantit­o. Certo è che i francesi lo credono fermamente. Quando gli occupanti inglesi partirono, il processo a Giovanna d’Arco fu ricelebrat­o, la Pucelle assolta, quindi fatta santa, infine proclamata patrona

Terra scristiani­zzata La République vieta il crocefisso, ma la Madonna appare a Lourdes La Francia oggi è terra scristiani­zzata, molto più dell’Italia. Eppure il mondo cattolico è vivo

di Francia, insieme con la Madonna. Nei secoli ispirò Michelet, Péguy, Anatole France, Bernanos, Brasillach, Claudel, Malraux: la cultura francese. E se l’iconoclast­a Voltaire la trasformò in una serva dedita al libero amore a cavallo di un asino volante, stranieri come Giuseppe Verdi e George Bernard Shaw ne fecero un’eroina: la vergine guerriera che ascolta le voci dei santi e salva la patria.

Per i francesi, il cattolices­imo è l’infanzia della nazione. La Repubblica è laica, ma la Francia moderna comincia con la conversion­e e il battesimo di re Clodoveo. I sovrani erano libertini e peccatori, ma venivano consacrati e sepolti nelle cattedrali. I rivoluzion­ari abbatteron­o le statue dei re di Giuda dalla facciata e dissacraro­no la cattedrale di Parigi, ma Victor Hugo la riconsacrò scrivendo Notre Dame de Paris. Il diritto d’asilo invocato dal gobbo Quasimodo per la zingara Esmeralda resta una pietra miliare nell’immaginari­o del Paese. Per questo l’assassinio in chiesa di padre Jacques Hamel, vicino a Rouen, rappresent­a un’escalation, forse un punto di non ritorno della storia, come lo furono l’assassinio di Thomas Becket nella cattedrale di Canterbury o quello di monsignor Romero in Salvador.

La Francia è terra scristiani­zzata, molto più dell’Italia. Eppure il mondo cattolico è vivo, forte. Forma figure reazionari­e come lo scismatico Lefebvre e progressis­te come il popolariss­imo abbé Pierre. Conosce lo scandalo della pedofilia che mette in difficoltà l’arcivescov­o di Lione Barbarin, ma coltiva la memoria dell’arcivescov­o di Parigi Lustiger, ebreo convertito. La comunità di Taizé è un punto di riferiment­o per giovani cattolici di tutto il mondo. Di cattolices­imo francese era imbevuto Paolo VI, molto legato a Jacques Maritain, e al Concilio invitò a parlare un solo laico: Jean Guitton, che il Papa chiamava familiarme­nte Guittone, italianizz­andone il nome, come fosse un santo o un filosofo medievale.

La Francia vieta il crocefisso, ma la Madonna appare a Lourdes; l’arcangelo guerriero Michele fonda invece MontSaint-Michel, in Normandia, la regione di Rouen, mentre all’estremo Sud sbarcano Maria Maddalena, Maria Salomé e Maria Jacobé, là dove ora sorge Les Saintes-Maries-de-laMer: lo scrisse per primo Jacopo da Varagine, Dan Brown completò la storia (la ricerca del Graal, dai Templari al mistero del parroco di Rennes-leChâteau, è la caccia al tesoro nazionale). Napoleone porta le armate rivoluzion­arie in tutta Europa, ma chiama il Pontefice a incoronarl­o a Notre Dame (anche se poi fa tutto da sé). Suo nipote Napoleone III da carbonaro cospira contro il Papa nelle Romagne, e da imperatore manda il suo esercito a rimetterlo sul soglio. Monet rese celebre la cattedrale di Rouen dipingendo­la con il sole levante, in piena luce, con il sole morente. Erano cattolici Schuman e Delors, padri dell’Europa. Quando nel ’65 Mitterrand fu battuto al ballottagg­io da de Gaulle, sui manifesti elettorali aveva una ciminiera fumante; ma quando nel 1981 vinse, dietro lo slogan «la force tranquille» aveva il campanile di una chiesa. Mitterrand ebbe due funerali: quello privato, con l’abbraccio tra la moglie e la figlia segreta, e quello pubblico: a Notre Dame, con Chirac e la moglie Bernadette nell’inginocchi­atoio davanti a Lustiger celebrante, il trono e l’altare, con Arafat e Fidel Castro nel primo banco.

La religione, e le chiese, sono il sostrato della Francia, uno dei pilastri su cui si regge il suo edificio millenario; essendo l’altro i Lumi, la rivoluzion­e, lo Stato laico. Per questo, dopo la strage del 14 luglio, l’assalto in chiesa e il martirio di un sacerdote segna l’attacco definitivo all’identità francese: non a caso ieri molti fedeli hanno spontaneam­ente appeso il tricolore ai portali di molte basiliche. Un tabù è stato violato, e stavolta sul territorio metropolit­ano, non in Algeria dove nella primavera del 1996 sette monaci furono sgozzati a Tibhirine: la tragedia divenne un film, «Uomini di Dio», premio speciale della giuria a Cannes. La commozione fu grande quando venne letto il testamento spirituale di uno dei martiri, padre Christian de Chergé: «Se mi capitasse un giorno di essere vittima del terrorismo, vorrei che la mia comunità, la mia Chiesa, la mia famiglia si ricordasse­ro che la mia vita era donata a Dio e a questo Paese... e che sapessero associare questa morte a tante altre ugualmente violente, lasciate nell’indifferen­za».

La grande parte delle vittime del terrorismo islamico sono musulmani. Lo erano 30 sugli 84 caduti di Nizza. Eppure la giornata di ieri segna il punto più basso dei rapporti tra la Francia e la sua comunità islamica. I terroristi lavorano oggettivam­ente per provocare la reazione difensiva dei francesi e la discrimina­zione dei musulmani, in modo da trascinarn­e molti con sé. È evidente che la grande maggioranz­a condanna le aggression­i, come ieri hanno fatto tutti i rettori delle moschee. Ma esistono anche musulmani francesi che odiano il loro Paese: come i ragazzi della banlieue che nei giorni degli attentati di Parigi mi fecero notare che la prima causa di morte dei bambini francesi, dopo gli incidenti stradali, è l’annegament­o nelle piscine private; mentre nei loro Paesi d’origine i bambini ancora muoiono di malattie che qui non esistono più, quando non di fame. Per costoro la Francia è una fortezza da cui si sentono esclusi, e nello stesso tempo un rifugio che provoca senso di colpa. Il jihadismo ha trovato terreno fertile, e non basta rifugiarsi ogni volta dietro il paravento della follia; come se ideologia islamica e follia fossero incompatib­ili.

«Légion Jeanne d’Arc» fu chiamato il reparto di volontari che i collaboraz­ionisti di Vichy mandarono in Russia per combattere accanto ai nazisti. La memoria di Giovanna d’Arco fu sacra per il generale Charles de Gaulle e i gaullisti; fino a quando non se ne impadronì il fondatore del Front National, che prese l’abitudine di riunire i suoi attorno alla statua dorata della Pucelle. Da allora Giovanna d’Arco rappresent­a il modello dichiarato di sua figlia: Marine Le Pen.

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 ??  ?? La Pulzella Il quadro di Jean-Auguste-Dominique Ingres Giovanna d’Arco all’incoronazi­one di Carlo VII: la Pulzella morì a Rouen nel 1431
La Pulzella Il quadro di Jean-Auguste-Dominique Ingres Giovanna d’Arco all’incoronazi­one di Carlo VII: la Pulzella morì a Rouen nel 1431
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A Notre Dame Napoleone chiama Papa Pio VII a incoronarl­o imperatore, ma poi si depone da solo la corona sul capo il 2 dicembre 1804 (sopra il dipinto di Jacques-Louis David)
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Sacro e profano L’abbé Pierre, morto nel 2007, è stato un popolariss­imo volto del cattolices­imo progressis­ta francese: qui sopra con il calciatore Zinédine Zidane nel 2003 (Abaca)

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