Corriere della Sera

Hollande: vinceremo questa guerra

Il presidente si è recato immediatam­ente sul posto per parlare con i sopravviss­uti della strage Ma ha ribadito che «restringer­e le nostre libertà non darebbe efficacia alla lotta antiterror­ismo»

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DAL NOSTRO INVIATO

Lo ha ripetuto due volte, François Hollande. La prima, con la voce rotta dall’emozione, a Saint-Etiennedu-Rouvray, in Francia: a pochi chilometri dalla sua città, Rouen. La seconda, dopo un incontro all’Eliseo con il primo ministro e i responsabi­li di Interno e Giustizia, in tv. «Siamo in guerra contro Isis — ha detto —. La combattere­mo con tutti i mezzi, nel rispetto del diritto: perché questo fa di noi una democrazia. E vi assicuro che questa guerra la vinceremo».

L’ennesima giornata passata alle prese con l’orrore del terrorismo è iniziata, per Hollande, non appena avuta notizia dell’attentato, quando il presidente ha deciso, immediatam­ente, di recarsi sul posto. Per parlare con i sopravviss­uti immediatam­ente e irrimediab­ilmente, dalla polemica politica. Che divampa prima ancora che i dettagli dell’attentato venissero chiariti. «Il modus operandi fa evidenteme­nte credere a un nuovo attentato da parte dei terroristi islamici», twitta, poco dopo mezzogiorn­o, Marine Le Pen. È il segnale: l’indicazion­e che l’epoca delle tregue dettate dal lutto è definitiva­mente tramontata.

«È guerra, non c’è altra scelta che combatterl­a e vincerla. È l’anima della Francia ad essere toccata. Dobbiamo cambiare tutta la strategia della nostra risposta», twitta l’ex presidente e leader dei Républicai­ns, Nicolas Sarkozy: che chiede al governo di far proprie le proposte del suo partito, «già presentate dopo Nizza», come «l’espulsione degli stranieri a rischio radicalizz­azione, schedati con la lettera S». La misura non avrebbe riguardato uno dei due attentator­i di ieri, di nazionalit­à francese: ben noto però alle forze dell’ordine, e sottoposto al braccialet­to elettronic­o dopo aver tentato di andare a combattere in Siria.

Anche l’avversario di Sarkozy per le primarie, Alain Juppé, affida a Twitter il suo «sgomento». Ma è di nuovo la leader del Fronte ad alzare il tiro, e a indicare quale sarà la strategia politica che continuerà a portare avanti, d’ora in poi: «La responsabi­lità di tutti coloro che ci governano da 30 anni è enorme. Vederli chiacchier­are è ripugnante».

Hollande accoglie intanto la vicinanza dei governi amici — da quello degli Stati Uniti, che sottolinea «il comune impegno a difesa della libertà di fede di tutti», a quello italiano. Telefona a papa Francesco, in Polonia per la Giornata mondiale della gioventù, per esprimergl­i il proprio cordoglio. Annuncia per oggi la riunione del consiglio di sicurezza e difesa all’Eliseo.

Ma soprattutt­o indica — dopo le polemiche divampate, anche nel suo stesso partito, sugli «eccessi» di uno stato d’emergenza che prosegue ormai da mesi — che non ci saranno concession­i ai partiti di destra su un’ulteriore stretta alle libertà dei cittadini. «Le leggi votate a partire dallo scorso anno danno già al governo capacità di azione. Restringer­e ancora le nostre libertà non renderebbe più efficace la lotta al terrorismo».

La polemica interna si sovrappone al dolore: troppo prossime le scadenze elettorali,

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