LE IDEE «La politica è divisa Ci guadagna solo Le Pen»
Per Eugene Rogan la risposta a chi cerca lo scontro di civiltà deve essere diplomatica. Marc Lazar: i partiti sono responsabili di non aver colto la profonda crisi dei modelli di integrazione
al Front National».
È Le Pen a guadagnarci?
«Senza dubbio. Lo fa in modo scaltro: evita accuse generiche contro i musulmani, attacca i governi degli ultimi 30 anni, di sinistra e di destra, e pone il suo come il partito di chi aveva già previsto tutto, l’unico credibile. A Nizza un fiume di persone si sta iscrivendo al Front. Accadrà anche altrove, perché ci saranno ancora attentati, non solo in Francia. Isis perde terreno e attacca il ventre molle dell’Occidente: l’Europa».
Spesso ad agire sono «lupi solitari», i cui attacchi Isis sembra sfruttare, più che organizzare...
«Il che rende la situazione ancor più difficile. La verità è che ci sono molti estremisti pronti a entrare in azione. Un tempo, in guerra, il fronte era una linea chiara, ora il pericolo è ovunque».
Aumentano gli appelli di chi chiede alle comunità islamiche di fare «la propria parte». Che ne pensa?
«Finora la reazione di rifiuto poteva però essere più chiara. Ma sia chiaro: la maggioranza dei musulmani francesi non simpatizza né fiancheggia i terroristi. E attenzione: dopo l’attacco di giugno a due poliziotti, nella periferia di Parigi migliaia di islamici francesi hanno manifestato per mostrare solidarietà — cito letteralmente — “con la nostra polizia”. È la prima tappa di una presa di coscienza: quella di chi sa che non basta dire: “i terroristi sbagliano”, ma occorre attivarsi nell’isolarli e nel denunciarli. Per azdi
È scaltra, evita accuse generiche ai musulmani e attacca i governi degli ultimi 30 anni
zerare il vivaio di giovani perduti che vanno verso il jihad giocherà un ruolo fondamentale il mondo dei francesi immigrati di fede islamica».
Possiamo parlare di crisi dei modelli di integrazione?
«Sì, sia per il multiculturalismo sia per il modello repubblicano francese. La grande responsabilità dei partiti tradizionali è di non aver preso coscienza di questa crisi, e essersi focalizzati su politiche di sfiducia nel confronto con i francesi islamici e di origine magrebina o sulla giustificazione sociale dei gesti dei terroristi. Non ci si è mai impegnati nell’inventare un nuovo modello».
Quali potrebbero esserne i pilastri?
«Opportunità e regole. Occorre da un lato garantire a tutti la possibilità di integrarsi e crescere nella società; dall’altro riaffermare che tutti devono rispettare le regole comuni, specie nello spazio pubblico, perché sono il risultato di conquiste delle nostre società. In alcuni momenti abbiamo sacrificato le nostre regole a un malinteso senso di “rispetto delle differenze”».
È ottimista sulla possibile nascita di questo modello?
«In Francia, negli Anni 90, abbiamo vissuto il terrorismo islamico algerino. Ma la situazione sociale, economica e politica, nel nostro Paese e in Europa, era ben diversa. Non vedo, oggi, dirigenti all’altezza di questa sfida».