«È casa mia». Di Maio avvia il dialogo con la Chiesa
L’incontro tra l’esponente M5S e il gesuita Spadaro, direttore di Civilità cattolica
«Che ci faccio qui? Ma questa è casa mia, la Chiesa è casa mia». Un Luigi Di Maio perfettamente a suo agio gironzola nel chiostro della Minerva, dopo un incontro sull’Europa, propiziato dalla rivista Limes, diretta da Lucio Caracciolo. Dibattito che è stato «il primo dialogo pubblico» con un alto esponente della Chiesa. Nella persona di padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà cattolica. Come dice il moderatore, Piero Schiavazzi, il dialogo tra i due va sui binari delle antiche e morotee «convergenze parallele».
È un priore domenicano a ospitare il gesuita Spadaro. Che scherza: «Poco tempo fa ci accoglievamo nelle prigioni reciproche, ora ci limitiamo a litigare qualche volta, come fratelli». Il senso dell’incontro con il cattolico Di Maio, lo dà Schiavazzi: «Domenicani e gesuiti sono due cavalli di razza dell’intellighenzia cattolica. Difficile salire sulla loro biga: ma chi aspira a governare il Paese deve almeno provarci».
Di Maio ci prova con un discorso che comincia con un doveroso omaggio al prete francese ucciso ieri e prosegue quasi con una presentazione del Movimento alle alte sfere: «Ci tengo a chiarire la differenza tra la percezione e la realtà» del M5S. Ma il tema è l’Europa e proprio su questo Di Maio — che cita Jean Monnet, don Sturzo e papa Francesco — puntualizza: «Siamo stati spesso definiti antieuropeisti, ma non è così. Ci sentiamo tutti cittadini d’Europa e nessuno di noi ha mai pensato di uscirne». Questo non vuol dire che M5S non sia fortemente critico. Anzi: «I fondatori avevano una visione e ideali che sono stati traditi. C’è scarsa partecipazione di popolo». Ma soprattutto, spiega, facendo un passo avanti pesante nella critica, «l’Europa della moneta unica ha abdicato ai valori di solidarietà». Si torna alla lira? Di Maio passa oltre, attaccando l’accordo con la Turchia sui migranti siriani («vite in cambio di soldi») . E concedendosi un passaggio critico verso il ministro Maria Elena Boschi: «Dire che votando sì al referendum saremo più al sicuro è una strumentalizzazione. Come se i terroristi guardassero ai Paesi dove c’è o meno il bicameralismo perfetto».
Nessun cenno, sarebbe stato scortese, alle dichiarazioni del sindaco di Roma Virginia Raggi, che punta a recuperare 400 milioni di euro facendo pagare l’Imu alle strutture religiose. Né alla proposta dell’8 per mille, firmata da Di Maio, che sottolinea la possibilità di destinare i soldi allo Stato.