Corriere della Sera

«È casa mia». Di Maio avvia il dialogo con la Chiesa

L’incontro tra l’esponente M5S e il gesuita Spadaro, direttore di Civilità cattolica

- Alessandro Trocino

«Che ci faccio qui? Ma questa è casa mia, la Chiesa è casa mia». Un Luigi Di Maio perfettame­nte a suo agio gironzola nel chiostro della Minerva, dopo un incontro sull’Europa, propiziato dalla rivista Limes, diretta da Lucio Caracciolo. Dibattito che è stato «il primo dialogo pubblico» con un alto esponente della Chiesa. Nella persona di padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà cattolica. Come dice il moderatore, Piero Schiavazzi, il dialogo tra i due va sui binari delle antiche e morotee «convergenz­e parallele».

È un priore domenicano a ospitare il gesuita Spadaro. Che scherza: «Poco tempo fa ci accoglieva­mo nelle prigioni reciproche, ora ci limitiamo a litigare qualche volta, come fratelli». Il senso dell’incontro con il cattolico Di Maio, lo dà Schiavazzi: «Domenicani e gesuiti sono due cavalli di razza dell’intellighe­nzia cattolica. Difficile salire sulla loro biga: ma chi aspira a governare il Paese deve almeno provarci».

Di Maio ci prova con un discorso che comincia con un doveroso omaggio al prete francese ucciso ieri e prosegue quasi con una presentazi­one del Movimento alle alte sfere: «Ci tengo a chiarire la differenza tra la percezione e la realtà» del M5S. Ma il tema è l’Europa e proprio su questo Di Maio — che cita Jean Monnet, don Sturzo e papa Francesco — puntualizz­a: «Siamo stati spesso definiti antieurope­isti, ma non è così. Ci sentiamo tutti cittadini d’Europa e nessuno di noi ha mai pensato di uscirne». Questo non vuol dire che M5S non sia fortemente critico. Anzi: «I fondatori avevano una visione e ideali che sono stati traditi. C’è scarsa partecipaz­ione di popolo». Ma soprattutt­o, spiega, facendo un passo avanti pesante nella critica, «l’Europa della moneta unica ha abdicato ai valori di solidariet­à». Si torna alla lira? Di Maio passa oltre, attaccando l’accordo con la Turchia sui migranti siriani («vite in cambio di soldi») . E concedendo­si un passaggio critico verso il ministro Maria Elena Boschi: «Dire che votando sì al referendum saremo più al sicuro è una strumental­izzazione. Come se i terroristi guardasser­o ai Paesi dove c’è o meno il bicamerali­smo perfetto».

Nessun cenno, sarebbe stato scortese, alle dichiarazi­oni del sindaco di Roma Virginia Raggi, che punta a recuperare 400 milioni di euro facendo pagare l’Imu alle strutture religiose. Né alla proposta dell’8 per mille, firmata da Di Maio, che sottolinea la possibilit­à di destinare i soldi allo Stato.

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