Rolex, diamanti e oro in casa del magistrato indagato con Ricucci
In carcere Stefano Ricucci, 54 anni (nella foto Lapresse), immobiliarista e finanziere, è stato arrestato il 20 luglio in un’indagine della Finanza
Due diamanti. Un Patek Philippe, un Rolex. Oro. Il preventivo di spesa per una ristrutturazione dell’appartamento. Quello per una Bmw che avrebbe dovuto affiancare l’ultima arrivata: una Porsche Cayenne consegnata in primavera. La fattura per una cucina da 3.750 euro. Quindici cellulari. A che cosa servivano? Il giudice del Consiglio di Stato, Nicola Russo, si prepara a fare ricorso contro il sequestro di beni del 20 luglio scorso. È indagato per rivelazione del segreto d’ufficio: avrebbe anticipato a Stefano Ricucci il risultato della sentenza sul fallimento della Magiste, facendogli recuperare venti milioni di credito d’imposta al prezzo di uno. Una richiesta d’interdizione nei suoi confronti è stata respinta dal gip ma il dubbio resta: Russo si prestava ad aggiustare processi dietro compenso? Il sospetto è suffragato da un’altra perquisizione. Quella nei confronti di Renato Mazzocchi che, coinvolto nell’operazione Labirinto, custodiva 240mila euro in scatole di prosecco. Perché? Secondo i pm per ottenere sentenze favorevoli. Dice il difensore di Russo, avvocato Pietro Amara: «Abbiamo fiducia nei pm ma è mancato qualche riscontro. La Porsche, ad esempio, è stata acquistata dal mio cliente con regolare leasing. La ricostruzione mediatica della vicenda tradisce la realtà processuale, il gip ha escluso i gravi indizi di colpevolezza e la stessa procura non ha formulato accuse di corruzione in atti giudiziari».