Ibm, sale lo scontro con i sindacati. Oggi sciopero di 8 ore
La Fiom: l’azienda ha ceduto la ricerca e sviluppo. La replica: i lavoratori agli indiani di Hcl, sono nostri partner
L’accusa, sostenuta all’unisono dai sindacati, è che Ibm stia smobilitando. In Italia. Nonostante gli ottimi rapporti con il governo che hanno portato ad un accordo per la riqualificazione di uno spazio nell’area ex Expo a Milano. La contabilità della riduzione di taglia della multinazionale Usa nel nostro Paese sarebbe di circa 2mila persone in poco più di quattro anni. Da 7mila dipendenti a 5mila. Nel 2012, è la cronistoria di questi ultimi anni, la cessione di ramo d’azienda Retail Store Solutions a Toshiba. L’anno dopo le dimissioni incentivate sarebbero state 209, 103 dimissioni spontanee, 140 in seguito a procedura di mobilità, 59 per cessione di ramo d’azienda a Lenovo e 106 cessioni della divisione ACG, che effettua applicazioni di contabilità, al gruppo Teamsystem. ACG l’anno scorso, vuole il destino, ha aperto una procedura di licenziamento collettivo per 34 ex lavoratori Ibm.
L’ultima battaglia con le organizzazioni dei lavoratori riguarda ora un prodotto software, chiamato Iws, realizzato dal laboratorio di ricerca e sviluppo di Roma. Il centro sarebbe in procinto di essere ceduto agli indiani di Hcl, che sono appena sbarcati in Italia rilevando una serie di attività che Ericsson aveva a Vimodrone in Brianza. Una cessione di ramo d’azienda che riguarda 75 ingegneri, per lo più informatici. Soprattutto giovanissimi. Età media: 35 anni. La punta di diamante dell’innovazione prodotta da Ibm in Italia. Segnala Roberta Turi, segretaria nazionale Fiom Cgil, che non è lo spin off a preoccupare. Semmai è l’assenza della clausola di garanzia occupazionale. Auspicata, chiesta a gran voce dai sindacati in modo tale da evitare possibili licenziamenti collettivi. Per questo i sindacati hanno proclamato per oggi uno sciopero di otto ore. Dal canto sua l’azienda replica sostenendo che quella con Hcl sia «un’alleanza di lungo termine nei software per l’automazione». Quindi non un’operazione di breve respiro. L’altro fronte La protesta La mobilitazione di alcuni dipendenti Ibm in una foto di archivio delicato riguarda Sistemi Informativi, azienda controllata da Ibm,che doveva traghettare la pubblica amministrazione nel mondo del cloud. Sistemi Informativi ha annunciato 156 licenziamenti a causa del cattivo andamento del mercato dell’It in Italia. In una lettera del 16 giugno scorso Ibm ha definito i tagli al personale provocati «dalla decrescita del portafoglio ordini», cioè il calo delle commesse da parte delle pubbliche amministrazioni che invece sono le prime ad aver bisogno di aggiornare i propri sistemi informatici.