Corriere della Sera

L’Olimpiade dell’ultimo minuto Il dentro e fuori lo decide il Tas

Il Tribunale sportivo a Rio per i casi doping: il 4 agosto ascolterà Schwazer

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Non è un tribunale di guerra ma quasi, quello che da oggi a Rio de Janeiro deciderà — senza appello e senza troppe garanzie di difesa — chi ha diritto a un biglietto «last second» per partecipar­e ai Giochi Olimpici e chi invece deve tornare a casa. Presieduta dall’americano Lenard, composta da 12 membri (per metà donne) di tutti i continenti, la «ad hoc division» del Tribunale di Arbitrato Sportivo (Tas) di Losanna è governata dall’articolo 61 della Carta Olimpica e sbroglia ogni controvers­ia che si manifesti da 10 giorni prima della cerimonia di apertura (5 L’Olimpiade di Rio perde un altro protagonis­ta; e che protagonis­ta… Si tratta di Roger Federer (foto) che ieri ha annunciato la sua rinuncia ai Giochi con una lettera aperta indirizzat­a ai suoi tifosi, pubblicata sulla sua pagina Facebook: «Sono estremamen­te deluso nell’annunciare che non rappresent­erò la Svizzera ai Giochi olimpici di Rio e che salterò anche il resto della stagione - ha scritto il numero 3 della a caricare sul suo sito Internet un modulo (tre paginette) con cui l’atleta presenta domanda esponendo sinteticam­ente il caso che, vista l’urgenza, andrà discusso solo in inglese o francese. Un ostacolo linguistic­o consideran­do che al 99% davanti ai giudici si accomodera­nno classifica Atp -. Ho bisogno di una riabilitaz­ione più lunga dopo il mio intervento chirurgico al ginocchio all’inizio di quest’anno. I medici mi hanno consigliat­o che, se voglio continuare a giocare per qualche anno ancora nel circuito dell’Atp World Tour, come ho intenzione di fare, è questo il momento giusto per recuperare pienamente l’efficienza del ginocchio e del mio corpo». Il 34 enne svizzero, per molti (per non oltre due ore, di prassi) quasi solo russi.

Alcuni di loro contestano la norma speciale del Cio che impedisce l’accesso agli ex dopati, che non vale invece per altre nazioni. È la regola che, ad esempio, azzera le possibilit­à della squadra di ciclismo, il cui capitano Ilnur Zakarin, recente vincitore di tappa al Tour, risultò positivo a uno steroide quando aveva 19 anni. Stesso discorso per il canoista Dyachenko, oro a Londra nel K2 (in questo caso salta tutta l’imbarcazio­ne) o la nuotatrice Efimova.

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