Giacobbo, il divulgatore che flirta con l’irrazionalità del web
Con l’arrivo dell’estate, su Rai2, sono arrivati anche alcuni nuovi appuntamenti in prima serata. Tra questi «Voyager»: lontani i tempi di «balle spaziali»! Il programma si è dato una riverniciata: meno Kazzenger e più racconto (lunedì, ore 21.15). Roberto Giacobbo si presenta come un narratore in viaggio tra antiche tradizioni e luoghi ammantati di fascino. Ci tiene a precisare che chi segue la puntata dal web può anche vedere delle riprese extra realizzate con una telecamera sferica e, per il pubblico internazionale, esiste una versione ridotta sottotitolata in inglese. Tanta roba! Vero che l’approccio è meno sensazionalistico rispetto al passato, ma il tono non è cambiato di molto, per proseguire con la formula di divulgazione che da sempre contraddistingue «Voyager», tra una strizzata d’occhio al mistero e un accenno al paranormale. Per dire, la puntata di lunedì era dedicata all’Italia, presentata con poca enfasi come «il paese che ha cambiato il mondo», e in particolare alla Sicilia. Una raccolta di leggende metropolitane, curiosità, misteri irrisolti, mitologie ai confini dell’inspiegabile, tutti legati all’isola (alcuni riciclati).
Possibile che William Shakespeare non fosse un inglese di Stratford Upon Avon ma un italiano vero, nato e cresciuto in Sicilia, figlio di tale Guglielma Crollalanza (da qui lo «pseudonimo» inglese)? Che origini hanno le mummie ritrovate nelle catacombe di Palermo? Qual è la vera storia dell’esoterista palermitano Cagliostro? E ancora, è vero che in Sicilia esisteva una stirpe di giganti? Come mai sono stati ritrovati i resti di un elefante nano? E via così per tutta la serata.
In Rai esistono due principali modelli di divulgazione, quasi due correnti di pensiero filosofico opposte: c’è il modello Angela, positivista, ancorato al dato, all’evidenza scientifica delle prove. E poi c’è il modello Giacobbo, che è tutto una filosofia del dubbio, un flirtare con le correnti dell’irrazionalismo web.