Corriere della Sera

Raccontare su Snapchat Non la vacanza, ma il lavoro

Dalla grafica al radiologo: così il social mostra (da vicino) le profession­i

- Greta Sclaunich gretascl sclaunich

Benvenuti nell’unico social dove il lavoro piace più delle vacanze. Mentre su Instagram e Facebook le foto e gli status che raccolgono più like sono quelli legati alle ferie, e mentre su Twitter botta e risposta continuano come niente fosse dalla scrivania al bagnasciug­a, su Snapchat sole e mare piacciono poco. A intrigare davvero sono le Storie (le raccolte di snap pubblici) di chi passa l’estate al lavoro – e non per sadismo, ma per reale curiosità.

Sarà forse perché la gran parte degli utenti italiani (673 mila secondo le stime pubblicate dal World Web Index e relative al quarto trimestre 2015) ha un’età in cui al lavoro altrui si guarda con l’interesse di chi forse, un giorno, vorrebbe avere lo stesso impiego: il 61% degli iscritti alla piattaform­a di messaggist­ica istantanea ha infatti dai 15 ai 24 anni. Un ulteriore 22% ha dai 25 ai 34 anni: di questa fascia d’età fanno parte anche molti di quelli che hanno scelto di usare l’app per raccontare cosa fanno di preciso durante le loro ore al lavoro.

«Tanti mi scrivono proprio per sapere come si fa a fare il mio lavoro», racconta Silvia Pinna, 34enne sarda che vive da anni a Milano. Usa Snapchat (il suo account è silvia-pinna) soprattutt­o per mostrare il «dietro le quinte» del suo lavoro di grafica, chiedendo anche pareri ai suoi follower: «Quando ho dei dubbi, pubblico le foto di diverse soluzioni e chiedo a chi mi segue di “votare” quella che preferisce facendo lo screenshot dell’immagine». Follower fra i quali possono nasconders­i anche potenziali clienti: «Ho già ricevuto diverse richieste di preventivo».

Matisse Cimini un lavoro così lo ha già ottenuto: qualche settimana fa ha realizzato il servizio fotografic­o delle nozze di una coppia che l’aveva «scoperta» tramite l’app. Lei (26 anni, vive a Brescia), lavora come fotografa da cinque anni: su Snapchat (dove è penelopeth­efox) racconta le sue giornate, dai sopralluog­hi sul set alla realizzazi­one dei servizi, passando al computer per la postproduz­ione. Ci sono i dettagli glamour e le location da sogno, ma anche la fatica di giornate interminab­ili e la ripetitivi­tà delle ore al pc. Lei sorride sempre: «Ai miei follower piace seguire il mio lavoro perché ho un occhio positivo e divertente sulle cose».

Proprio su questo, cioè sul lato divertente e simpatico del suo lavoro, punta anche Stefano Del Monte. Ha 39 anni, è di Roma, fa il radiologo «e no, non sono il medico burbero e severo che molti immaginano: con Snapchat (dove è misterxsc) faccio vedere che si può essere seri ma non per forza noiosi. E che dei medici non si deve aver paura». Sull’app è sbarcato perché qui ci sono molti dei suoi studenti, ora utilizza le sue Storie per realizzare brevi tutorial su come analizzare le radiografi­e: «In pochi secondi non posso andare a fondo, cerco però di far vedere gli aspetti pratici del mio lavoro in modo divertente e curioso».

Luca Mazzucchel­li, psicologo milanese di 36 anni (e vicepresid­ente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia), ha fatto lo stesso ragionamen­to: «Uso il mio account, sigifreud, per avvicinare la psicologia al grande pubblico». Dedicando anche alcuni snap alle tematiche scelte dai suoi follower, a patto che si tratti di argomenti che possano interessar­e a tutti, da come avere più fiducia in se stessi a come reagire di fronte a una personalit­à difficile. Un format che funziona, ma niente consulenze specifiche: «L’app è perfetta per incuriosir­e e catturare l’attenzione delle persone, seguire un paziente resta un’altra cosa».

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