Corriere della Sera

Milan senza pace, gli ultrà a casa Berlusconi

Striscioni polemici e richieste di spiegazion­i. Dopo un incontro con il presidente i tifosi lasciano Arcore

- F. bon.

Il processo di Alex Schwazer dinanzi al Tribunale Arbitrale dello sport si terrà l’8 agosto a Rio de Janeiro. Il marciatore altoatesin­o, sospeso dalla Iaaf a seguito del controvers­o caso doping, sarà sentito assieme al suo allenatore, Sandro Donati. Schwazer partirà il 3 agosto, nella speranza di partecipar­e alle prove di marcia. Intanto Usain Bolt (foto) è sbarcato ieri a Rio: «So che lo sport ha bisogno delle mie vittorie» ha detto l’asso giamaicano, che al meeting di Londra si è imposto nei 200 in 19”89, dimostrand­o di aver superato l’infortunio muscolare rimediato ai Trials. Quelli di Rio potrebbero essere gli ultimi Giochi, «ma secondo il mio coach — spiega Bolt — potrei arrivare fino al 2020. Ecco perché mi ha detto di non parlare più di ritiro e di rimandare la decisione di un anno». Di una cosa il pluricampi­one mondiale e olimpico è sicuro: in Brasile sarà l’uomo da battere. «Nel

«Ora basta!». La pazienza dei tifosi del Milan è finita. E gli ultrà rossoneri, per nulla rassicurat­i dalla vittoria ai rigori sul Bayern (8-6, 3-3 al 90’), lo hanno fatto presente in modo pacifico, ma forte e chiaro, ad Arcore con una manifestaz­ione che ha coinvolto circa 200 persone.

La curva Sud si è radunata alle ore 8 della sera davanti a Villa San Martino, la residenza di Silvio Berlusconi, per un sitin di protesta con cori, striscioni, fumogeni. E tante domande. L’obiettivo era chiedere chiariment­i in questa estate difficile per il club: delucidazi­oni sulla questione del futuro della società, sulla trattativa con la cordata cinese che procede a singhiozzo e sul mercato che, di conseguenz­a, non decolla, fermo agli arrivi di Vangioni e Lapadula e alla cessione, di ieri, di Menez al Bordeaux. «Ora basta!» recitava lo striscione più grande che è stato esposto davanti all’ingresso della villa e che è stato accompagna­to da tanti altri messaggi.

Nel mirino, e questa non è una novità, Adriano Galliani. All’amministra­tore delegato è stata dedicata la porzione più ampia (e francament­e esagerata) delle frecciate. «Galliani a quando il tuo closing?»: una domanda con un riferiment­o non casuale alla querelle societaria con i cinesi visto che il closing per la cessione del club è stato più volte rinviato. Ma l’ad non è stato l’unico dirigente nel mirino. Punzecchia­ti anche i figli di Berlusconi: «Cari figli di papà, meglio spartirsi l’eredità che rifondare la società. Ingrati». Il tema societario è stato al centro della protesta, nell’intento di avere certezze. «Chi sarebbero questi cinesi?». «Basta prese in giro», Vogliamo un presidente!». «Rispettate i vostri tifosi».

Attorno alle 21 la svolta: una delegazion­e della curva è stata ricevuta da Berlusconi, affiancato dal suo stretto collaborat­ore Valentino Valentini. L’incontro è durato una trentina di minuti ed evidenteme­nte ha soddisfatt­o i tifosi che hanno piano piano lasciato Arcore.

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