Mediobanca, più utili e ricavi record «Su Mps operazione coraggiosa»
Nagel: pronti per Atlante 2, auspico Unicredit socio di lungo termine. Profitti a 605 milioni
Mediobanca si prepara al nuovo piano strategico, che presenterà in novembre, con i ricavi più alti della sua storia e risultati in crescita sopra le attese del mercato. Dati premiati in Piazza Affari con un balzo del titolo dell’8,75% che confermano le scelte di riposizionamento, con nuovi equilibri fra le attività a favore di un rafforzamento del retail e una massiccia riduzione dell’esposizione azionaria, compiute con il business plan triennale appena concluso.
«Risultati molto buoni in un contesto di mercato difficile e di tassi bassi», ha detto l’amministratore delegato Alberto Nagel presentando i conti annuali. I ricavi sono in lieve aumento a 2,047 miliardi con uno sviluppo del 6% del margine d’interesse trainato dal credito al consumo cresciuto del 13% a 784 milioni. Nel triennio è stata realizzata una ricomposizione dei ricavi con cessione di equity per 1,5 miliardi che ha reso il conto economico più stabile: così nell’esercizio chiuso al 30 giugno il contributo del retail è passato dal 49 al 55%, controbilanciando la flessione registrata nell’attività di banca d’affari, la cui quota è passata dal 38 al 31%, mentre l’apporto della partecipazione in Generali è salito dal 12 al 14%. Risultati che si riflettono
nella crescita dell’utile operativo dell’11% a 736 milioni e dell’utile netto, salito del 2% a 605 milioni (nell’ultimo trimestre il balzo è stato del 34% a 162 milioni). Il dividendo, pari a 27 centesimi per azione, cresce dell’8% con un payout in aumento al 38%.
Nagel ha sottolineato qualità degli attivi (il Texas ratio, rapporto fra attività deteriorate nette e patrimonio di base è al 16%) e solidità: Mediobanca «si è classificata al secondo posto in Europa agli stress test per il minore impatto dello scenario avverso sul Cet1». Gli indici di capitale superano il 12%.
Su queste basi l’istituto prepara il nuovo piano triennale «per la crescita» e «senza necessità di aumenti di capitale». Il modello di business è «già adeguato e sostenibile e non occorre rivederlo». Nel piano sarà confermata la cessione del 3% di Generali: le vendite riprenderanno «non appena i prezzi saranno in migliore forma».
Il top manager, rispondendo agli analisti, ha quindi detto che la quota del 6,2% in Rcs MediaGroup verrà venduta quando i prezzi saranno superiori al valore di carico di 1,2 euro. Ha poi sottolineato di «auspicare che Unicredit resti socio di lungo termine di Mediobanca». E su Monte dei Paschi di Siena ha rimarcato la «disponibilità e l’impegno» «a partecipare alla ricapitalizzazione» da parte dell’istituto, capofila con Jp Morgan del consorzio. È un’operazione «coraggiosa perché per la prima volta si affronta in modo radicale» il problema sofferenze «in una grande banca italiana. Spiegata avrà buona ricezione». Mediobanca è poi disponibile a valutare un intervento nel fondo Atlante 2 «collegato alla risoluzione delle tematiche di Mps». Infine, sul «rischio politico» in Italia: «Spero che il referendum venga capito e il voto sia positivo. Ma anche in caso di risultato negativo non prevedo elezioni anticipate».
L’istituto al secondo posto in Europa per gli stress test. «Rcs? Venderemo sopra 1,2»