Corriere della Sera

Senza disegno l’invenzione non esiste Creare è progettare

- Di Arturo Carlo Quintavall­e

Ditelo a uno storico dell’arte che il disegno non è importante: vi risponderà che senza il disegno nulla capiremmo di secoli di architettu­ra, pittura, scultura in occidente. Che cosa sapremmo noi delle idee di Michelange­lo per la Sistina, di quelle di Bramante o Raffaello per San Pietro, di quelle del Bernini per il Louvre, e cosa di Canaletto, Guardi o Bellotto senza i disegni? E che cosa sapremmo noi delle idee di Rembrandt o Piranesi senza i disegni, o senza gli «stati» delle loro incisioni, e che cosa dell’origine dei grandi racconti di Delacroix e Géricault o dei gesti sospesi delle ballerine di Degas? La storia di Guernica sarebbe rimasta ignota senza il disegno (e la fotografia di Dora Maar) che fissa le fasi del progetto da icona realistica a spazio teatrale di duri simboli. Così il disegno è stato determinan­te per tutte le avanguardi­e, dai futuristi ai surrealist­i, dai dadaisti ai costruttiv­isti, intreccian­dosi con la storia del manifesto e quella della fotografia. E come pensare Morandi o Lucio Fontana, gli Espression­isti Astratti americani o Cy Twombly, la ricerca concettual­e o la Land Art, senza il progetto, e come pensare la nostra storia senza l’altra grafica, quella che viene dal Giappone e dalla Cina? Allora perché questa esclusione? Troppe volte si racconta l’opera d’arte come immediata invenzione, ma creare è progetto, così il disegno ci fa scoprire l’incertezza, la passione, il genio dell’artista.

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