Tom Wolfe: «Ecco perché Trump può vincere»
Tom Wolfe, con i suoi abiti bianchi d’estate e color avorio d’inverno, le ghette lucide e il bastone da passeggio, è troppo educato nei modi e nel linguaggio da gentleman sudista della natia Virginia per amare Donald Trump e soprattutto per definire, come è stato fatto da più parti, queste presidenziali americane con l’espressione slang, cruda ma efficace, di «dumpster fire», l’incendio di un cassonetto dell’immondizia (con conseguente fumo asfissiante e tanfo di spazzatura in fiamme). Ma in un’intervista con il magazine del londinese Sunday Times, ieri, ha fatto sostanzialmente la ideale, con la sua volgarità, i casinò, i troni dorati e i modi da palazzinaro, della satira wolfiana. Ma su Hillary Clinton non ha davvero nulla di buono da dire: «Credo che si sia spostata così tanto a sinistra che soltanto Dio sa ormai quali potranno essere le sue politiche. È molto diversa da suo marito, che è molto affascinante, e lei non lo è. È molto rigida. Non è una donna spiritosa, non le viene naturale. Ha molti problemi che deve superare, ed è difficile rintracciare qualcosa di buono che abbia realizzato quando era segretario di Stato o quando ha ricoperto una delle sue cariche».
Di Trump, almeno una cosa non lo preoccupa: «Non sarebbe il primo caso di politico importante