Corriere della Sera

Quando in Italia spacciava hashish e eroina

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«A Milano ho venduto eroina e hashish prima di diventare un uomo pio e religioso». Moez Ben Abdelkader Fezzani, nome di battaglia Abu Nassim, oggi, a 47 anni, è un «generale» dell’Isis che i servizi libici indicano come uno dei personaggi più pericolosi tra quelli collegati all’Italia. Ma nella sua «prima vita» Fezzani era un ventenne immigrato ospite in un dormitorio in via Corelli a Milano, frequentav­a un corso di italiano e da falegname. Poi andò a Bolzano, dove il fratello spacciava e rimase coinvolto in storie di droga. Cosa accadde dopo lo racconta lui stesso negli interrogat­ori del 2009 davanti al gip Guido Salvini. «A Milano ho conosciuto tale Lotfi, che era l’accompagna­tore di 6 o 7 pachistani i quali cercavano d’incontrare persone arabe per avvicinarl­e alla moschea. Non ricordo chi fu a convincerm­i di andare un giorno in viale Jenner». All’epoca l’Istituto culturale islamico era una delle più importanti stazioni dell’estremismo in Europa. «Mi convinsero i sermoni dell’imam Anwar Shaaban. Parlai con lui, che, dopo avere verificato la mia determinaz­ione, fece in modo che raggiunges­si quei luoghi». Dopo un anno di guerra, Fezzani è tornato a Milano ormai trasformat­o in un mujaheddin. Poi l’incarico come «reclutator­e» dei tunisini in partenza per il Pakistan.

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