E The Donald si scaglia contro i giornalisti: «Disgustosi»
I media sono «disgustosi» e «corrotti». Donald Trump lancia l’attacco ai giornalisti americani, accusati di non coprire in modo appropriato i suoi eventi e di travisare il significato delle sue parole. «Non corro contro Hillary, corro contro la stampa», afferma Trump, convinto che se la copertura dei suoi eventi fosse «onesta» sarebbe avanti del 20% su Hillary. Un affondo soprattutto contro il New York Times, al quale valuta di ritirare l’accredito per la campagna elettorale. Ma Trump rischia ancora di più l’appoggio del partito, che già sta valutando di tagliare i fondi al tycoon. Il Republican National Committee, se Trump continuerà per la sua strada senza badare alle indicazioni del partito e se sarà indietro nei sondaggi, a ottobre metterà fine agli aiuti finanziari al candidato. Nei sondaggi Trump continua a perdere terreno.
è una celebrity. Essere intelligenti non è richiesto ai politici, è una questione di carisma suppongo».
E del fenomeno di «The Donald» c’è una cosa che Wolfe ha capito al volo: «C’è quella espressione che è stata coniata, “l’1% e il 99% della popolazione”. A forza di ripeterlo la gente ci ha creduto, hanno creduto di far parte di una maggioranza che non conta, ma è colpa del grande errore fatto 15 anni fa, la globalizzazione. Il più grande trucco mai fatto dalle grandi aziende: tutti quei posti di lavoro finiti in Bangladesh e Cina e Messico, prosperità sul breve termine e tanta disoccupazione. Se la gente ha problemi economici, ci sono molte spiegazioni».
Wolfe è un conservatore, cosa che alle cene di New York non finisce mai di suscitare disdoro negli interlocutori. Successe per esempio nel 2004: «Mi trovavo a una cena a New York e buttai lì che alle elezioni di quell’anno come ultima risorsa si poteva sempre votare per Bush. Mi guardarono come se avessi detto, “ah, scusate, mi sono dimenticato di dirvi che sono un molestatore di bambini”. Valeva la pena di votare Bush anche soltanto per il gusto di essere io quello che all’aeroporto avrebbe fatto ciao ciao con la mano a tutti quelli che dicevano che sarebbero emigrati a Londra se lui avesse vinto un’altra volta. Diciamo che qualcuno avrebbe dovuto pur restare in America, no?».
E Wolfe è un conservatore che non ama la signora Thatcher alla quale strinse la mano e fu ringraziato con uno sguardo di assoluto gelo, «non perdeva occasione di farti capire quanto poco fosse felice di conoscerti».