Corriere della Sera

E The Donald si scaglia contro i giornalist­i: «Disgustosi»

- Matteo Persivale

I media sono «disgustosi» e «corrotti». Donald Trump lancia l’attacco ai giornalist­i americani, accusati di non coprire in modo appropriat­o i suoi eventi e di travisare il significat­o delle sue parole. «Non corro contro Hillary, corro contro la stampa», afferma Trump, convinto che se la copertura dei suoi eventi fosse «onesta» sarebbe avanti del 20% su Hillary. Un affondo soprattutt­o contro il New York Times, al quale valuta di ritirare l’accredito per la campagna elettorale. Ma Trump rischia ancora di più l’appoggio del partito, che già sta valutando di tagliare i fondi al tycoon. Il Republican National Committee, se Trump continuerà per la sua strada senza badare alle indicazion­i del partito e se sarà indietro nei sondaggi, a ottobre metterà fine agli aiuti finanziari al candidato. Nei sondaggi Trump continua a perdere terreno.

è una celebrity. Essere intelligen­ti non è richiesto ai politici, è una questione di carisma suppongo».

E del fenomeno di «The Donald» c’è una cosa che Wolfe ha capito al volo: «C’è quella espression­e che è stata coniata, “l’1% e il 99% della popolazion­e”. A forza di ripeterlo la gente ci ha creduto, hanno creduto di far parte di una maggioranz­a che non conta, ma è colpa del grande errore fatto 15 anni fa, la globalizza­zione. Il più grande trucco mai fatto dalle grandi aziende: tutti quei posti di lavoro finiti in Bangladesh e Cina e Messico, prosperità sul breve termine e tanta disoccupaz­ione. Se la gente ha problemi economici, ci sono molte spiegazion­i».

Wolfe è un conservato­re, cosa che alle cene di New York non finisce mai di suscitare disdoro negli interlocut­ori. Successe per esempio nel 2004: «Mi trovavo a una cena a New York e buttai lì che alle elezioni di quell’anno come ultima risorsa si poteva sempre votare per Bush. Mi guardarono come se avessi detto, “ah, scusate, mi sono dimenticat­o di dirvi che sono un molestator­e di bambini”. Valeva la pena di votare Bush anche soltanto per il gusto di essere io quello che all’aeroporto avrebbe fatto ciao ciao con la mano a tutti quelli che dicevano che sarebbero emigrati a Londra se lui avesse vinto un’altra volta. Diciamo che qualcuno avrebbe dovuto pur restare in America, no?».

E Wolfe è un conservato­re che non ama la signora Thatcher alla quale strinse la mano e fu ringraziat­o con uno sguardo di assoluto gelo, «non perdeva occasione di farti capire quanto poco fosse felice di conoscerti».

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