Il chirurgo e il premio Nobel «Così ho salvato sua moglie La nostra sanità funziona»
Antinori, il medico del Gemelli di Roma elogiato da Amartya Sen
ROMA «Sono stato piacevolmente sorpreso e molto onorato dalle bellissime parole di Amartya Sen». Il dottor Armando Antinori è il chirurgo generale di turno in pronto soccorso che a inizio agosto ha operato Emma Georgina Rothschild, moglie di Amartya Sen, e il cui lavoro è stato spunto per una riflessione dell’economista premio Nobel sui meriti dell’assistenza sanitaria «libera e gratuita». «Il suo elogio della sanità pubblica — dice Antinori — è una lucida analisi, assolutamente condivisibile. La signora ha ricevuto la stessa attenzione che avrebbe ricevuto chiunque da noi al Gemelli, come anche in altri ospedali della regione Lazio e delle altre regioni italiane». In un intervento sul Corriere
della Sera di ieri, Sen ha avuto parole lusinghiere per il Policlinico Gemelli e il dottor Antinori, per l’assistenza ricevuta nell’ospedale, che è privato ma convenzionato con la sanità pubblica. «L’eccellenza delle cure mediche e la massima responsabilità di gestione possono andare d’accordo anche nel servizio aperto a tutti», ha scritto Sen. A dimostrazione della sua tesi, contrapposta a quella di chi, soprattutto negli Stati Uniti, ritiene che la sanità per essere efficiente debba essere amministrata secondo i meccanismi di mercato, ha proposto l’esperienza fatta a Roma in prima persona.
Il Gemelli è, d’altra parte, l’ospedale che ha prestato più volte cure a Papa Giovanni Paolo II, ad ex presidenti della Repubblica come Cossiga e Scalfaro, ed è per grandezza il secondo italiano. Ogni giorno in media 220 persone arrivano al pronto soccorso, di queste sette in imminente pericolo di vita, e vengono eseguiti 126 interventi chirurgici. Ha cambiato governance nell’agosto dell’anno scorso, quando è stata costituita la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, che ha come soci fondatori l’Istituto Toniolo e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
«Dieci giorni fa — racconta il chirurgo, ricordando quella sera di inizio agosto — la signora si è presentata al pronto soccorso per un problema urgente, come una comune cittadina. Abbiamo applicato un protocollo di urgenza come avviene regolarmente in casi analoghi. In quel momento non sapevamo ancora chi fosse. Il marito aveva un impegno e non erano insieme quando si è sentita male. Quindi, lei stessa mi ha chiesto di avvertirlo. Io ovviamente sapevo chi è Amartya Sen».
Il professore di Harvard nella lettera pare stupito che alle 4 del mattino «il chirurgo in persona» gli avesse comunicato le condizioni di sua moglie. «Abbiamo avuto un colloquio — conferma Antinori — all’uscita dalla sala operatoria. L’ho rassicurato sul buon esito dell’intervento, un’operazione d’urgenza per una situazione grave. Gli aspetti umani dell’assistenza hanno per il nostro ospedale eguale valore di quelli professionali. La paziente si è ripresa bene e ha lasciato l’ospedale qualche giorno fa».
È «fantastico», ha scritto l’economista, che tutti i cittadini in Italia abbiano «libero e gratuito accesso a cure mediche di altissimo livello» a tutte le ore del giorno. Meglio la nostra sanità pubblica, quindi? Antinori fa sue le parole dell’economista filosofo: «Chiariscono molti aspetti e ci fanno riflettere sul valore universale del nostro sistema sanitario, in cui tutti, senza selezioni, hanno accesso a prestazioni di eccellenza».
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