Corriere della Sera

I soldi del socio di Ciancimino trovati ad Andorra

Mafia, la Finanza sequestra beni per 6 milioni della famiglia Brancato: 1,5 nel principato

- F. C.

La caccia al presunto ingente tesoro di «don» Vito Ciancimino non ha mai dato buoni risultati, ma un bel pezzo di patrimonio occulto, realizzato con un suo storico socio, l’imprendito­re Ezio Brancato, è finito nelle mani della Guardia di Finanza. Prima con un sequestro da 48 milioni, nel 2013, quando lui era già scomparso come l’ex sindaco mafioso di Palermo. E adesso con il ritrovamen­to di un altro gruzzolo di beni, secondo l’accusa, occultati dalla vedova di Brancato, Maria D’Anna, e dalle loro figlie, Monia e Antonella, tutte indagate per riciclaggi­o. Ex sindaco Vito Ciancimino, ex sindaco di Palermo condannato per mafia, è morto nel 2002

Al momento del sequestro di tre anni fa avrebbero infatti cercato di fare sparire una parte del patrimonio, circa sei milioni di euro, compreso un milione e 400 mila euro in conti correnti e gioielli trovati dalle Fiamme Gialle presso una banca del Principato di Andorra, che per la prima volta collabora con gli investigat­ori italiani.

Una svolta epocale per chi ha sempre considerat­o un paradiso fiscale il piccolo Paese incastonat­o nei Pirenei, fra Spagna e Francia, approdo due mesi fa di una missione segreta del procurator­e di Palermo Francesco Lo Voi e del colonnello Francesco Mazzotta, comandante del Nucleo di polizia tributaria della Finanza nel capoluogo siciliano.

Stando al sequestro deciso dal tribunale misure di prevenzion­e di Palermo presieduto da Giacomo Montalbano, le disponibil­ità finanziari­e di madre e figlie di Brancato supererebb­ero i 4 milioni e 700 Per la prima volta nella storia le autorità dei due Paesi hanno collaborat­o mila euro, più beni immobili per un valore di 500 mila euro, tutti frutti di operazioni attribuite — secondo i pubblici ministeri Siro De Flammineis e Gaspare Spedale — al defunto socio di Ciancimino in collaboraz­ione con l’avvocato Gianni Lapis, ritenuto un prestanome prima dell’ex sindaco, poi del figlio Massimo Ciancimino nonostante il rapporto sia stato più recentemen­te segnato da liti e attriti. Fine di una storia legata alla società «Gas Spa» istituita nel 1981 per la metanizzaz­ione di mezza Sicilia.

Collaboraz­ione

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