Il mini pony di Ferragamo: Asterix si fida solo di me
Vittoria e il cavallino che nella tenuta del borgo ad Arezzo fa giocare i suoi bimbi «Ci vanno al trotto e provano le gimkane, lui si fa fare lo shampoo e le treccine»
Asterix è un pony nano, arrivato a casa di Vittoria Ferragamo quasi due anni fa. «Sembra un cavallo in miniatura», racconta lei, «ma quando c’è Clower, la monumentale Danese di mia madre, sono alti uguale, sugli 80 centimetri, e sembra anche lui un grosso cane. Dall’alto o dal basso dei loro punti di vista, si scrutano curiosi. Si guardano come a chiedersi che razza di animale sia quello che hanno davanti. Insieme, sono molto buffi».
Asterix, razza Shetland di origine inglese, ha sei anni, Vittoria è la quintogenita dei sei figli di Ferruccio Ferragamo, dinastia delle scarpe e del lusso. Appassionata di cavalli, ha comprato Asterix «con la scusa dei bambini», ma ci si diverte molto anche lei. I bambini sono i due suoi figli, Beatrice di cinque anni, e Pietro di sei, e i loro dieci cuginetti. Ma i giochi con il mini pony li organizza lei, per tutta la banda, al Borro, vicino ad Arezzo, un borgo che esiste dall’anno mille, ha poi ospitato la tenuta di caccia di Amedeo di Savoia Aosta e che oggi è azienda agricola, albergo, e anche casa di famiglia dei Ferragamo.
«I bimbi, cavalcando a pelo, fanno lo slalom, oppure la gi- mkana spostando tazzine da un paletto all’altro. Poi c’è il gioco del pallino: si fa con palline da tennis poggiate su coni. I bambini, passando al trotto, devono prendere la pallina e gettarla in un secchio d’acqua. Una volta, Beatrice, è caduta nel secchio. Di colpo, non la vedevamo più. È un anno che ridiamo». Si ride anche quando i bambini fanno il bagno ad Asterix, lo shampoo, e poi le trecce: «Tante, da una parte o dall’altra della criniera, con i fiocchetti, anche se Asterix sarebbe un maschietto, o un’unica treccia, lungo tutto il collo».
All’inizio, le premesse erano state meno allettanti: «La proprietaria precedente ci aveva detto che Asterix aveva un carattere difficile. Che era schivo e mordicchiava i bambini. Che non si faceva prendere. Che bisognava avvicinarlo nascondendo le corde e attirandolo con del cibo. Invece, si è creato subito un rapporto speciale con tutti noi. A me, piace pensare che un po’ mi abbia scelto come riferimento. Quando mi «Lo portiamo al guinzaglio in paese. Va tenuto a dieta, tende a diventare cicciottello» vede, drizza le orecchie in segno di attenzione e mi viene incontro. In quei momenti, ammetto che provo una certa soddisfazione», scherza Vittoria.
A casa Ferragamo, Asterix non ha mai schiacciato le orecchie indietro, segno di ostilità, né ha mai tirato un calcio a qualcuno. Non alle persone, almeno: «Si fa rispettare solo quando è fra i pony più grandi. Fra loro, sembra minuscolo: il garrese è alto come le loro ginocchia. Ma quando portiamo il fieno, tira fuori i denti minacciando morsi a quelli più grossi di lui, agita il sedere a destra e sinistra per spaventarli, e si fa largo. Anche troppo: mangia tanto e tende a essere cicciottello e panciuto». Tenerlo a dieta non è facile, farlo muovere è la sua gioia: «Lo portiamo al guinzaglio, con il lunghino, attraverso tutto il viale del Borro, tirandolo per non fargli brucare troppa erba, e andiamo a trovare mio papà, che non è mai stato appassionatissimo di cavalli, ma che non sa trattenersi dall’accarezzarlo».
Vittoria ha dovuto promettere ai figli che, quando sarà pronta la loro nuova casa, Asterix avrà accesso almeno in cucina. Per ora, il minipony deve accontentarsi, si fa per dire, degli ampi campi del Borro, dove lei cura i progetti speciali, In cucina Vittoria Ferragamo con Asterix, il pony nano razza Shetland di origine inglese. Con lui organizza giochi per i suoi due bambini, Pietro di 6 anni e Beatrice di 5, e per i loro dieci cuginetti. Vittoria è da sempre appassionata di equitazione: ha imparato a cavalcare all’età di 4 anni e il suo primo cavallo si chiamava Valentine l’organizzazione dei 26 cavalli e l’orto botanico. Il mondo della moda non l’ha mai attirata quanto i cavalli. La mamma glieli faceva montare già a quattro anni.
Il primo racconta, si chiamava Valentine, «era una cavalla francese, ho imparato con lei a fare i salti che mi hanno portato anche un po’ di agonismo. Mi è stata regalata da papà a 12 anni, saltavo i fossi e degli ostacoli artigianali fatti con le cassette per la frutta. È morta da poco e, ora, ho sua figlia Beverly, bellissima, grigia. Si fa toccare solo da me. Se deve vedere il veterinario, mi chiamano, devo esserci anch’io. A Beverly, Asterix non si avvicina, la vede troppo grande, e lui è pauroso. Schiva tutti i cavalli e anche Pinocchio, l’asinello sardo che papà comprò per fare compagnia a Forrest, un puledro nato da una splendida cavalla andalusa. Ma Pinocchio e Forrest sono praticamente compagni di vita, la loro è comunque una relazione in cui non ci sarebbe spazio per il piccolo Asterix».
Il risultato è che, presto, per dargli un amichetto toccherà allargare la famiglia dei mini pony. Anche con la solita scusa dei bambini, ammette Vittoria: «Con due pony, gimkane e gare del pallino sono più divertenti».