Corriere della Sera

«Sinfonia dei mille»: con Chailly la passione è autentica

- Di Enrico Girardi

Con il concerto d’inaugurazi­one del Festival di Lucerna, Riccardo Chailly prende ufficialme­nte possesso del podio che è stato di Abbado dal 2003 al 2013.

È un avvicendam­ento nel segno della continuità o del cambiament­o? La verità sta in mezzo.

Da un lato infatti Chailly decide di aprire la ricca stagione con l’unica Sinfonia di Mahler, l’Ottava, che il predecesso­re aveva scelto di non fare e chiude maestosame­nte quel mirabile ciclo di esecuzioni che era iniziato con la Seconda, di cui la n.8 è la sorella per molti versi più prossima: un omaggio che più esplicito (e più giusto) non poteva essere.

Dall’altro però modifica sensibilme­nte l’organico abbadiano. Spariscono il nucleo dei Berliner Philharmon­iker e diversi musicisti di Monaco e Lipsia; in compenso, entrano alcuni professori della Scala e di altre orchestre europee.

La nuova creatura è una formazione meno tedesca ma ugualmente eccellente, che Chailly «sente sul polso», per dirla in gergo, come se la guidasse da tempo.

Ed effettivam­ente la Sinfonia dei mille arriva vibrante e sentita sul piano emotivo ma anche ordinata sul piano formale, grazie a una cura particolar­eggiata delle dinamiche.

D’altra parte, con tre cori (Radio Bavarese, Orfeon Donostiarr­a e Radio Lettone), le voci bianche (Tölzer Knabenchor), otto solisti (meritevoli di menzione Sara Mingardo e Peter Mattei) e un’orchestra di 120 musicisti, il rischio della saturazion­e è dietro l’angolo, ma il maestro sa come scongiurar­lo.

Grandiosa, attraversa­ta da cento lune, tutte ben tratteggia­te da Chailly, l’Ottava invero è un enigma, se non sul piano formale, su quello concettual­e, filosofico. Abbado preferiva astenersen­e.

Chailly la vive invece, e la trasmette, con passione autentica perché incantata. Nel quadro di questa forma sana di genuinità, i conti tornano e gli applausi sono meritatame­nte trionfali. L’indomani Chailly festeggia anche i 50 anni della Fondazione che sorregge il festival elvetico ed esegue la divertente, ma non facile, Jazz Suite n.2 di Sciostakov­ic.

Insomma, inizia proprio con il piede giusto il rapporto con il festival sinfonico più prestigios­o d’Europa, che si appresta ora a celebrare il 50° di presenza a Lucerna di Bernard Haitink e Daniel Barenboim, i cui concerti in programma sono stati i primi a fare sold out al botteghino.

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Sul podio Chailly ha aperto la stagione del festival di Lucerna con l’«Ottava» di Mahler

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