Corriere della Sera

Questi ventenni così allegri e dolci (ma che fatica)

- Aldo Cazzullo

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

Da dove spuntano questi ventenni allegri, dolci, quasi spensierat­i? Questi campioni da 19 durissimi chilometri di nuoto al giorno, che si abbraccian­o con la tenerezza di bambini, che scherzano ancora gocciolant­i, come l’altra notte Gregorio Paltrinier­i e Gabriele Detti?

Greg — lo chiamano tutti così — aveva appena vinto un oro storico: l’oro di Salnikov, il primo uomo a nuotare i 1500 in meno di 15 minuti; la maratona della piscina, una delle medaglie più pesanti dell’Olimpiade. Rideva felice, raccontava di quando da bambino terrorizza­va la mamma andando a nuoto col buio da Lipari a Vulcano e ritorno, metteva in scena un personaggi­o raro per lo sport italiano: l’atleta allegro.

Paltrinier­i ha sette anni in meno di Federica Pellegrini: nel nuoto, un’era geologica. Un’altra generazion­e. Fede l’abbiamo sempre vista tesa, Legge i gialli di Michael Connelly, l’inventore di Hieronymus «Harry» Bosch, nome da pittore. Passa qualche giorno di vacanza ai bagni Fantini a Cervia con amici che sanno a malapena stare a galla: «Vanno in canoa o in pedalò, io gli vado dietro a nuoto» racconta con la sua parlata emiliana, anzi carpigiana. Letizia, la fidanzata, è una di loro: «Ci conosciamo dai tempi della scuola, ma ci siamo messi insieme in spiaggia. Lei studia medicina. Viene spesso a trovarmi a Ostia, dove mi alleno. Dice che la mia stanza è il posto più tranquillo al mondo per studiare: io non ci sono mai. Sono sempre in piscina».

Certo, la sua spensierat­ezza è solo apparente. La più allegra delle sue vittorie gli costa una fatica terribile. «Per trenta vasche non devo tenere neppure un polpastrel­lo fuori posto». I 1500 sono un impegno massacrant­e sia per il corpo sia per la mente. «La mia nuotata non è bella da vedere, ricorda un po’ i Gemelli Paltrinier­i e Detti, nati nel 94: il livornese è più vecchio di 6 giorni

anche nella vittoria. Portata a braccia fuori dalla piscina dopo crisi di panico. Impaurita dalle nuotate in mare aperto. Tormentata in un vortice di allenatori e fidanzati, da ultimo Filippo Magnini, uno che è quasi sempre arrabbiato. La Pellegrini è stata un’adolescent­e inquieta, ha scoperto i social da grande, nei giorni scorsi ha affidato a Instagram il proprio dolore. Greg è cresciuto davanti allo smartphone, è su Twitter dall’inizio. Il televisore non sa cosa sia: segue via Netflix sul computer «Narcos», e poi la serie di Sherlock Holmes e «The 100». È appassiona­to di Nba ma Kareem Abdul Jabbar e Magic Johnson per lui sono come per noi Fanfani e Andreotti, Michael Jordan un nonno, Kobe Briant uno zio, i suoi campioni si chiamano Steph Curry e Klay Thompson. Mentre nuota, canta: «Penso a un brano musicale e lo ripeto nella mia testa. Pop, rock. I cantautori italiani? No, quelli non mi piacciono. A dire il vero, non è che li conosco tanto».

Per farcela ho dovuto escludere le emozioni e capire che le insicurezz­e possono fare bene: ecco perché sono ancora più contento In acqua penso a un brano musicale e lo ripeto nella mia testa. Pop e rock. I cantautori italiani? Non mi piacciono La mia fidanzata studia medicina nella mia stanza a Ostia, che è il posto più tranquillo: io sono sempre in piscina

movimenti di una biscia. Inoltre fatico a spingere nel finale, mi manca un po’ di forza nelle gambe, non ho la volata. Devo staccare gli avversari prima».

Paltrinier­i qui in Brasile non l’hanno portato al villaggio, ma in ritiro a Santos, San Paolo. In vasca ha ritrovato Gabriele Detti, livornese, coetaneo: altro tipo tosto, che l’anno scorso ha perso la stagione per una malattia alle vie urinarie; altro tipo dolce, che l’altra notte cercava l’amico per farsi fotografar­e insieme dai volontari brasiliani. Dopo aver riempito i giornalist­i di parole e di racconti, Greg si è quasi scusato: «Abbiate pazienza, ma è una vita che sogno di rilasciare interviste dopo aver vinto una finale olimpica». E aveva la leggerezza di una generazion­e che si muove come se fosse la prima apparsa sulla faccia della terra, per cui il passato non esiste, e Salnikov è un nome sentito di sfuggita tanto tempo fa.

Per trenta vasche non devo tenere neanche un polpastrel­lo fuori posto La mia nuotata non è bella da vedere, ricorda una biscia

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