Vanessa prepara il volo perfetto
La Ferrari «Voglio chiudere con una medaglia, so che non dovrò sbagliare nulla» La cannibale Biles conquista il terzo oro nel volteggio, oggi ne insegue altri due
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
Ultimo stato d’animo registrato: «È una bomba, sta per esplodere. Sa quanto si gioca. Scusa, meglio se la seguo» (Simone, fidanzato rugbista e un po’ pr, protettivo quanto basta, fondamentale per l’equilibrio generale). Condizioni fisiche: «Abbastanza buone. Il tendine un po’ si fa sentire, stiamo cercando di centellinare le energie» (Enrico Casella, ingegnere nucleare, ex rugbista, allenatore, c.t. della Nazionale, secondo papà).
Ultimo pensiero pubblico prima di chiudersi in un silenzio agitato: «Devo essere perfetta per prendere una medaglia. Il primo giorno sono riuscita a fare benissimo il mio esercizio, lo devo ripetere, magari aggiungendo qualcosa nella parte artistica» (Vanessa Ferrari, ginnasta italiana più forte di sempre). Sarà una finale da tutto o niente. Quella con il più alto tasso di difficoltà mai visto in un palazzetto: sette atlete su otto eseguono lo tsukahara avvitato (e l’ottava, l’americana Raisman, non lo esegue per pura strategia), quattro inseriscono il salto doppio teso avvitato. Dieci anni fa, quando Vanessa si prese l’oro mondiale nel concorso generale, erano acrobazie che condivideva con pochissime. Il mondo è andato avanti. Fermate il mondo, voglio scendere.
Quando Vanessa domani atterrerà sul tappeto dopo l’ultimo salto, non chiuderà solo il suo corpo libero, mentre il palazzetto (succede sempre) si emoziona sul vocalizzo del «Vincerò» (per la musica non c’è gara). Chiuderà l’Olimpiade della ginnastica (è l’ultima La migliore Vanessa Ferrari chiuderà la sua carriera dopo l’Olimpiade. Comunque vada, resta la migliore ginnasta italiana di sempre (LaPresse) a esibirsi, può essere un vantaggio) e chiuderà la sua carriera. La decisione, a 26 anni, tre Olimpiadi, un tendine già operato, l’altro da operare, è presa: i margini di ripensamento sono minimi. Di Chusovitina, ieri in finale al volteggio a 41 anni ce n’è una sola.
Così nella più delicata delle vigilie tutto conta: nove lunghissimi giorni in cui dosare salti e svago, una finale all around usata come prova generale («Ho cercato di aggiungere dei salti ma questo mi ha fatto sbagliare l’uscita»), la gita al Cristo e l’allenamento di scarico. «Quando Vanessa è allegra, funziona tutto. E Simone la tiene allegra», benedice Casella. Alla domanda «come stai?» una volta avrebbe grugnito. Oggi è diventata (più) paziente. «Cerco di non pensarci sempre, sennò ciao», sorride. Non deve pensare che deve vendicare il quarto posto di Londra, ottenuto con lo stesso punteggio della terza. Non deve pensare a Simone Biles, la Cannibale americana che ieri al volteggio ha vinto il suo terzo oro (la coreana Hong Un Jong per batterla ha tentato il triplo avvitamento, ultima frontiera della ginnastica, ma è caduta) e oggi vincerà il 4° e il 5°. «Ora nessuna è al suo livello. È giovane, non ha problemi fisici, riesce ad allenarsi duramente». Vanessa rimpiange la fatica che non può più fare. Domani, con l’amica Erika Fasana a fianco (bravissima a raggiungere a sua volta la finale) la Biles non la guarderà nemmeno. «Io e Vanessa — racconta Casella — saremo nella sala a fianco a riscaldarci. Poi all’ultimo le dirò: “Vai e lascia un bel ricordo”».
Nata a Orzinuovi il 10 novembre del 1990, Vanessa Ferrari è alla sua terza edizione dei Giochi dopo quelle di Pechino 2008 e Londra 2012. È tesserata per la società Brixia Brescia
È stata la prima italiana a conquistare una medaglia d’oro ai Campionati mondiali di ginnastica artistica, nel 2006
Ai Giochi non è però mai andata a medaglia. Ecco perché punta alla finale di specialità al corpo libero. Il quarto posto di Londra 2012 brucia ancora