Corriere della Sera

A mani vuote

Nadal perde il bronzo con Nishikori, Venus sconfitta nel derby Usa e Martina Hingis si arrende alle russe

- RIO DE JANEIRO Gaia Piccardi

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

L’Olimpiade non è un paese per (tennisti) vecchi. Perdono le loro finali, in rapida sequenza, Martina Hingis, Venus Williams e Rafa Nadal, la vecchia guardia che guarderà Tokyo 2020 alla television­e e che a Rio sperava di regalarsi un ultimo urrà e scolarsi una caipirinha in riva all’Oceano. Con l’oro del doppio spagnolo al collo, sconfitto con onore da Del Potro in semifinale, Nadal ha affrontato il match per il bronzo come il torero la corrida, ha perso il primo set 6-2, è risalito da 5-2 sotto nel secondo (6-7), ha lottato finché ha potuto nel terzo (3-6) ma all’undicesimo incontro di questa Olimpiade da stacanovis­ta (e si era ritirato dal misto con la Muguruza...) ha capitolato. E ieri il suo fiero avversario, Kei Nishikori, aveva toppa voglia di scrivere una pagina di storia per il suo paese: il suo bronzo è la prima medaglia olimpica per il Giappone in 96 anni. Ad Anversa 1920, Ichiya Kumagae aveva vinto due argenti: in singolare e nel doppio con Seiichiro Kashio.

A 36 anni l’attempata Venus

(m.bon.) Correndo e ballando, Catherine Bertone (foto) entra nel sambodromo di Rio per 25ª, 10’ dopo la vincitrice della maratona, la keniana Sumgong. «Da bambina ho vissuto in Brasile — spiega l’azzurra — e ho la samba nel sangue». Catherine è il simbolo di un’atletica italiana che in vana attesa di giovani si rimbocca le maniche e tiene loro caldo il posto. Pediatra, 44 anni, due figli, è arrivata ai Giochi dalle corse di paese. Ieri l’ha preceduta (13ª) Valeria Straneo, 40 anni e due figli, che ha acciuffato molte avversarie appassite sotto il solleone. Anna Incerti, 36 anni, si è ritirata. Impossibil­e chiedere di più alle mamme azzurre: «Ora — Disastro Lo spagnolo Rafa Nadal resta addirittur­a giù dal podio dopo le sconfitte in semifinale con Del Potro e con il giapponese Nishikori per il bronzo (Getty) Williams si è fatta sfuggire dalle mani l’occasione di conquistar­e il quinto oro olimpico. Ha vinto a Sydney 2000, la grande sorella, e poi tre volte in doppio con Serena (2000, 2008 e 2012) però ieri con il connaziona­le Rajeev Ram, il compagno con cui aveva eliminato uno svogliatis­simo Fabio Fognini e un’evanescent­e Roberta Vinci (da dimenticar­e il torneo olimpico dell’Italia del tennis), non è riuscita ad annettersi il derby made in Usa contro la Mattek Sands e Sock. Un battaglion­e finito al super tie break, che ha sottratto il record a Venus, alla sua ultima avventura olimpica. E poi Martina Hingis, l’immarcesci­bile ex bambina che prolunga l’adolescenz­a sui campi da tennis. Trentacinq­uenne, appena ai suoi secondi Giochi dopo Atlanta ’96, in coppia con Timea Basczinsky si è arresa alle tremende russe Makarova e Vesnina in due set (6-4, 6-4) nella finale del doppio donne. Sperava di chiudere con un oro nel misto, Martina. Federer infortunat­o le ha dato buca. Arrendersi al tempo che passa, a volte, è la ricetta migliore.

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