Corriere della Sera

Che oro, che argento Così finisce in soffitta il monumento Stoner

- Di Giorgio Terruzzi

Oro e argento. Iannone e Dovizioso, meglio di Paltrinier­i e Detti. Serviva un risultato clamoroso per spostare l’attenzione dalla sciambola azzurra a Rio de Janeiro. È arrivata una doppietta Ducati, a sei anni di distanza dall’ultimo centro della Casa italiana. Abbastanza per regalarci un ferragosto stereofoni­camente felice, per dare soddisfazi­one ad una squadra mortificat­a da errori e rogne, mentre sembrava pronta per un acuto. Adesso si tratterà di verificare se la cavalleria dei motori emiliani galopperà a questi ritmi irresistib­ili anche altrove. Intanto, con un certo sollievo, viene spostato in cantina il monumento di Casey Stoner, l’ultimo e, per molti tifosi, l’unico eroe Ducati. Titolo mondiale nel 2007, vittoria in Australia, 17 ottobre 2010 a coronament­o di un’epoca data per irripetibi­le, resa nostalgica dal fallimento del matrimonio con Valentino: due stagioni (2011- 12) costellate da delusioni e incomprens­ioni. Proprio Rossi, quarto, vanamente proteso ad inseguire le sue ex, deve aver masticato un piccolo rimpianto. Anche se questa Ducati è assai diversa da quella che frequentò allora, senza amore. Iannone ha battuto Dovizioso, il pilota che la Ducati gli ha preferito, e Lorenzo, il pilota che lo sostituirà la prossima stagione. Il che butta lì un pizzico d’amaro dentro un pomeriggio dolcissimo. Ha guidato con genio, senza sregolatez­za, mentre Belen Rodriguez lo attendeva nel box, per accoglierl­o come un eroe. Con tutto il rispetto, lo stimolo è parso fuori media, meraviglio­so. Dunque, compliment­i Andrea: un weekend perfetto.

Iannone «È difficile spiegare le emozioni Sono contento di lasciare con un regalo

Dovizioso Dovrei gioire ma non riesco Era tutto perfetto ma ho sbagliato le gomme

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