Corriere della Sera

Valentino: «Servono 100 Gp per recuperare»

Guadagna 2 punti su Marquez che resta però a +57, troppi a oltre metà stagione

- D.spa.

DAL NOSTRO INVIATO

L’illusione di poter imbrigliar­e i cavalli della Ducati con l’ottimo piazzament­o in griglia, poi la resa. Per Valentino Rossi il ritorno in Austria dopo 19 anni (era l’unico fra i piloti in attività ad aver gareggiato sul vecchio tracciato ottenendo due podi) non porta soddisfazi­oni.

Nella bagarre iniziale tenta l’affondo sui due Andrea ma va largo. A quel punto il Dottore scivola nell’anonimato e i due

L’onda rossa si abbatte sui 95 mila del catino austriaco con una potenza inarrestab­ile. Frantuma scaramanzi­e, cancella delusioni, proietta ricordi di un’era geologica fa: sei anni e centouno Gran Premi dopo la Ducati torna a vincere in MotoGp e addirittur­a fa doppietta (non accadeva dal Gp di Valencia del 2006 con Bayliss e Capirossi).

Piovono lacrime nel box, volano abbracci ovunque, Gigi Dall’Igna, il timoniere della squadre corse, con la sua barba da mistico si commuove. È tutto vero. Dopo un interminab­ile dominio dei costruttor­i giapponesi ci sono due italiani su una moto italiana davanti a tutti. Sul podio s’intreccian­o storie e destini da film: la festa è per due ducatisti e mezzo. Accanto agli Andrea c’è Jorge Lorenzo che per l’anno prossimo ha scelto la via Emilia.

Nel gioco delle porte girevoli Iannone esce da gladiatore con un «hat trick»: successo (il primo in carriera nella top class del motociclis­mo), pole e giro veloce. La tribù rossa gli porterà sempre rispetto per essere riuscito là dove anche Valentino ha fallito. Pure Casey Belen ai box Ha portato fortuna Belen, rimasta in Austria per il weekend: su Instagram ha postato una sua foto sulla Ducati Amarezza Valentino Rossi a fine gara, 4° e deluso (LaPresse) Stoner, il totem australian­o richiamato a dare consigli (suo l’ultimo trionfo in Australia nell’ottobre del 2010)impazzisce di felicità: «Ci siamo fatti un mazzo così per arrivare fin qui».

Ma i flash sono tutti per il «Maniaco» che va prendersi l’abbraccio di Belen, «amica speciale» e portafortu­na. Di sicuro i due si ricorderan­no di questo fine settimana in cui la Rossa ha dominato fin dal primo turno di prove libere.

Che fosse un circuito favorevole si era capito dai test di luglio, ma portare a casa il «bottino grosso» in realtà è stato molto più impegnativ­o. «È difficile spiegare quali siano le emozioni. Sono contento di lasciare con questo bel regalo punti guadagnati su Marquez sono un piatto poverissim­o: «Se mancassero 100 Gp alla fine sarei a posto». Il distacco di -57 dallo spagnolo della Honda, che dopo la brutta caduta di sabato ha interpreta­to 28 giri da «ragioniere», è quasi un Everest a più di metà del campionato. Ma non solo: nel confronto in casa con Jorge Lorenzo le prende: «È stato superiore in tutta la gara. Mentre le Ducati lì davanti si limitavano a controllar­e per non sprecare gomme e benzina: quando poi hanno spinto al 100% non c’è stata storia». Giù dai posti che contano resta la «medaglia di legno»: «Il bicchiere è mezzo vuoto e mi dispiace perché sarei stato felicissim­o di salire su un podio così». Rossi comunque rende omaggio al primo successo in MotoGp di Andrea Iannone: «Sono felice, quando usciamo insieme mi diverto sempre con lui». Valentino però è uno che rimuove presto i brutti pensieri, la testa è già Brno, la pista che gli ha regalato vent’anni fa la sua prima vittoria nel Motomondia­le. «È un posto che mi piace, però negli ultimi anni non sono stato così competitiv­o. Lorenzo è stato più veloce di me, dovrò lavorare parecchio».

Ma fra le preoccupaz­ioni del nove volte campione del mondo c’è anche altro: il rammarico per aver licenziato Romano Fenati, uno dei ragazzi più promettent­i dell’Academy di Tavullia, impegnato nella Moto3. Dopo l’ennesima furibonda lite con i vertici della squadra sabato notte il giovane pilota di Ascoli è stato lasciato a piedi dal team Sky Vr46. L’ultima parola l’ha data Vale: «Per noi è una battaglia persa, non è stata una scelta fatta a cuor leggero. Ma non si torna indietro».

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