«Le mie cinque buone ragioni per metterlo tutte»
Ha sdrammatizzato con un intervento sul Guardian dal titolo provocatorio: cinque buone ragioni per mettersi il burkini («non c’è bisogno di spalmarsi la crema solare o depilarsi...»), ma per Remona Aly, editorialista del quotidiano progressista britannico, la decisione di mettere al bando il burkini in alcune zone della Francia è «grave e preoccupante».
Come donna musulmana britannica cosa prova di fronte a questi eventi?
«Mi preoccupano molto. La Francia è vicinissima. Il fatto che ci siano politici disposti a limitare la libertà di un gruppo di donne, isolarle e tagliarle fuori dalla vita pubblica sembra inverosimile. Come donna e come cittadina britannica sono orgogliosa del rispetto che questo Paese dimostra nei confronti di tutte le religioni ed etnie. Mi sento apprezzata. Mi sento parte del gruppo. È il rispetto dei diritti a rendere una società più forte e sicura. Il burkini non potrebbe essere più
innocuo».
Una mossa del genere sembra distante anni luce dal clima di Londra.La pensa così anche la comunità musulmana?
«Londra è una città molto inclusiva, ma anche qui c’è stato un aumento nei casi di islamofobia e violenza, soprattutto verso noi donne, che siamo più facilmente identificabili per via di quello che indossiamo»
Il bando al burkini dovrebbe offendere tutte le donne, secondo lei?
«È un diritto di tutte le donne sentirsi offese. Il corpo femminile viene spesso considerato di proprietà pubblica ed è per questo che continuano ad esserci problemi fastidiosi e scoccianti come questo».