Femmina La donna «è una serpe lucente, batte la coda. Dagli occhi neri manda un fuoco bruciante» e ha ciglia mobili come uccelli
coda e si piega colla vita, e dagli occhi neri manda un fuoco bruciante».
Batte le ciglia lunghissime, per sé stesse vive, e mobili come uccelli. D’un tratto comincia a smaniare, a sospirare e singhiozzare: una lacrima le corre sul ciglio; e le sue dita strisciano e cantano, come vespe, sulle corde di una chitarra. Intona: «Brava gente, porgete orecchio alla mia amara tristezza». Ma la bellezza di Gruša svanisce: «Carne indosso, come non ne avesse, e solo le ardono gli occhi in mezzo al viso cupo, come al lupo nella notte».
Il viaggiatore incantato si affretta, cercando la propria fine. Non sappiamo bene perché, Ivan entra in convento. «Qui stai tranquillo, giusto come al reggimento, c’è molto di simile, e hai tutto pronto: sei vestito, calzato, nutrito, e i superiori vigilano e chiedono sottomissione». I veloci e tremendi cavalli non lo abbandonano: anche al convento Ivan fa l’indiavolato cocchiere. Pecca. Come l’apostolo Paolo non si salvò dal diavolo, nemmeno lui, carne debole e peccatrice, evita le infestazioni di Satana. Gruša gli appare ogni notte: tutta l’aria è impregnata di lei. «Quando tu senti uno scioglimento di cuore e ti rammenti di lei, dice Ivan, sappi che l’angelo satana si avvicina a te. In primo luogo, mettiti in ginocchio. I ginocchi nell’uomo sono il principale strumento: appena cadi, in questa elevazione d’anima, batti reverenza fino a terra per quanta forza hai, fino a non poterne più, e consumati col digiuno. Quando il diavolo vedrà la tua costanza, subito fuggirà».
Il padre superiore trasferisce Ivan in un’isba vuota nell’orto, e gli pone innanzi l’immagine del Santo Silenzio, dove il Salvatore è rappresentato colle ali ripiegate, con aspetto d’angelo, ma le insegne di Sabaot al posto dell’aureola, e le mani placidamente incrociate sul petto. Ogni giorno Ivan fa riverenze davanti all’immagine, pregando incessantemente il Santo Silenzio.
Mentre finisce di parlare e di incantarci, il viaggiatore incantato è qui, sulle strade di Russia, che Leskov percorre con piacere inesauribile come il suo personaggio. Prenderà le armi e andrà alla guerra, obbedendo alla sua vocazione di antico paladino?
Non lo sappiamo: non lo sa nemmeno Nikolaj Leskov; le predizioni dei paladini e dei narratori «restano pel momento nelle mani di Chi nasconde i propri decreti agli uomini di senno e di ragione; e soltanto li svela talvolta agli infanti».