Corriere della Sera

Lupo, dal tumore al sogno d’oro

In coppia con Nicolai si gioca l’oro a Copacabana con i brasiliani: «Ora nulla mi fa paura»

- di Flavio Vanetti

Operato d’urgenza un anno fa per un tumore. «Adesso non ho più paura di niente»: Daniele Lupo insieme ad Andrea Nicolai sfiderà nella finalissim­a del beach volley i brasiliani. Proprio lui ha trascinato il compagno nei momenti più difficili.

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

Quando la clessidra del beach volley si rovescia, dalla sua sabbia non sbucano solo l’impresa di Daniele Lupo e Paolo Nicolai e una delle medaglie più belle di Rio — che sia d’oro o d’argento lo sapremo oggi alla mezzanotte di Copacabana, culla di questo sport, dopo che gli azzurri avranno affrontato i brasiliani Alison Cerutti e Bruno Oscar Schmidt — ma anche una serie formidabil­i di storie. Prima di tutto c’è il racconto di Daniele e delle partite con il papà e il nonno a Fregene. Lupo, il ragazzo di madre kazaka al quale un anno fa viene diagnostic­ato un tumore a un ginocchio: «Certe cose non accadono per caso, ma per insegnarti qualcosa. Non ho più paura di nulla, questa vicenda mi ha rafforzato». Il suo oro l’ha già vinto.

È poi la ribellione di Paolo Nicolai, «pertica» di 2.03, al volley indoor, che ha fatto di tutto per riarruolar­lo dopo che lui l’aveva abbandonat­o. Hanno provato a prenderlo perfino con i soldi, per quanto i circuiti del beach non siano poveri. Tutto vano. «Anni fa un dirigente di Treviso — ricorda Nicolai — venne da me mostrandom­i la busta paga di Vermiglio, loro palleggiat­ore: voleva farmi capire a che cosa stavo rinunciand­o. Volley e beach sono le due facce della stessa medaglia, comunque adesso è una figata…». Infine, la storia si lega anche al puzzle di Matteo Varnier, cugino dell’ex azzurro del volley Simone Parodi, il tecnico che fu compagno di Nicolai. «Ci eravamo qualificat­i per Pechino, ma mi ruppi una spalla: la carriera di giocatore terminò lì, ora mi godo questa gioia. Alleno due ragazzi con le “palle quadrate”».

Da che cosa cominciamo? Dai coriacei russi Semenov e Krasilniko­v, piegati in rimonta, e dalla sfida per il titolo nella quale Daniele e Paolo proveranno a ingarbugli­are la macchina di Alison e Bruno, nipote dell’ex cestista Oscar Schmitt. «Sono i più forti, ma li abbiamo già battuti: l’argento sarebbe una delusione». Paolo spiega meglio: «Non so se giocherò mai un’altra finale olimpica: il momento è adesso». È la fretta di chi sente di essere giovane (28 anni Nicolai, 25 Lupo: assieme furono quinti a Londra 2012), ma che sa che le occasioni vanno colte perché il destino ha preparato lo scenario. Prendete Daniele Lupo, emanazione umana del beach volley. Lo scoprì Giorgio Pallotta. Disputava i 3x3 assieme al padre Carlo e al nonno Giorgio: tre generazion­i tra sabbia e schiacciat­e. «Papà e nonno sono architetti, come il bisnonno. Io sono la pecora nera: studiare non mi piace». Meglio lo sport, ai tempi anche il calcio: Lupo ha giocato per anni nella squadra del Centro federale, seguito da Angelo Benedicto Sormani. Ma la strada era l’altra: «Da bambino vedevo Dioniso Lequaglie che allenava Varnier, oggi mio tecnico: volevo imitarli».

Doveva solo trovare il compagno giusto e alla fine, nel 2011, fu affiancato a Paolo: «Come un fratello». Nicolai ce lo racconta: «Daniele vive fuori dai binari, è estroverso. Invece io sul binario sto ritto. Ma lui è capace di cose impensabil­i». L’anno scorso il momento più difficile: Lupo fu costretto a fermarsi. Un dramma: «Anziché partire per un ritiro pre-mondiale, finii in ospedale». Per sua fortuna il tumore non aveva seminato metastasi. «Ma in quei giorni ho pensato cose che nemmeno avrei immaginato». Il loro slogan è «sappiamo vincere» e per Daniele è perfino più vero. Dopo due titoli europei, nel 2014 e lo scorso giugno, li attende un capolavoro: Malagò rammenta che nel 1950 l’Uruguay negò al Brasile la Coppa Rimet di calcio. Copacabana, in fondo, non è distante dal Maracanà.

Nicolai Non so se giocherò mai un’altra finale olimpica: il momento è adesso Loro sono i più forti, ma li abbiamo già battuti: l’argento sarebbe una delusione

Il cammino Daniele Lupo esulta dopo la vittoria 2-1 in semifinale contro la Russia. Con Nicolai ha eliminato la Polonia, gli azzurri CarambulaR­angheri e un altro team russo (Ap)

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy