I rifugiati assunti dai Comuni calabresi E La Spezia li arruola per le vigne del passito
A Riace, nel cuore della Locride, in Calabria, ci sono ancora case vuote. «Aspettiamo nuovi ospiti», dice Mimmo Lucano il sindaco che dal 2004 ha messo l’accoglienza dei migranti in cima ai programmi della sua amministrazione. «Qui troverebbero un tetto e anche un lavoro», spiega il primo cittadino che nei mesi scorsi è stato inserito dalla rivista Fortune tra i 50 personaggi più influenti del pianeta. Gran parte dei 500 migranti ospitati è impegnata in lavori di pubblica utilità: raccolta dei rifiuti, pulizia delle spiagge, lavori artigianali. Poco più a nord, ad Acquaformosa, sul versante cosentino del Pollino, i 90 rifugiati ospitati sono riusciti a rendere vivo un centro che lo spopolamento degli anni Novanta aveva reso quasi invisibile. Recentemente quattro di loro hanno iniziato a lavorare in Comune: due si occupano di verde pubblico e pulizia delle strade, un altro è allo sportello immigrazione e una ragazza fa la mediatrice culturale.
A La Spezia sta per vedere la luce una cooperativa che coinvolgerà produttori e richiedenti asilo non solo per il recupero dei muretti a secco ma per produrre il vino passito doc «Sciacchetrà», uno dei prodotti tipici delle Cinque Terre. A Pettinengo, in provincia di Biella, i migranti si occupano della pulizia del verde pubblico, della gestione di orti e giardini privati. In Valle d’Aosta, grazie a un accordo tra istituzioni, i richiedenti asilo presenti sul territorio hanno avuto la possibilità di svolgere attività di volontariato, in attesa del riconoscimento della protezione internazionale.
E ancora: i macedoni e i rumeni che abitano sul versante toscano del Parco delle Foreste casentinesi lavorano alla conservazione e allo sviluppo del settore forestale. A San Donà di Piave (Venezia), grazie a un accordo stipulato con la prefettura, è stato possibile impiegare in lavori di manutenzione del verde pubblico i migranti provenienti dal Ghana e dalla Guinea, che già svolgevano attività di volontariato per la mensa solidale e la Croce Rossa. Stesso discorso a Pescara, dove 14 migranti, ospiti delle strutture di accoglienza, hanno trovato occupazione in Comune.
Chi mostra buona volontà e capacità di inserirsi nel nostro contesto sociale potrebbe ottenere un’attenzione diversa nell’accoglienza