E Londra incarcera l’imam seguace dell’Isis Predicatore carismatico, Anjem Choudhary è stato legato ad attentati e omicidi
Vent’anni di prediche piene d’odio. Nella sua stessa città era bandito da diverse moschee. Perché solo adesso è stato messo in prigione? La Gran Bretagna si interroga sull’efficacia delle leggi contro il terrorismo all’indomani del verdetto di colpevolezza nei confronti di Anjem Choudhary, imam radicale, mentore all’apparenza carismatico la cui rete di fanatismo violento era arrivata alle bombe del 7 luglio 2005, all’uccisione del soldato Lee Rigby nel 2013 — i due assassini, Michael Adebolajo e Michael Adebowale erano suoi seguaci — agli attentati in Belgio: a 500 terroristi dell’Isis, stando all’accusa.
Destreggiandosi abilmente nei suoi pronunciamenti pubblici, si era mantenuto a lungo al sicuro dal braccio della legge. La sua, aveva detto, era un jihad verbale, niente di più. In realtà, senza lasciare prove tangibili, aveva spinto verso atti estremi centinaia di ragazzi alla ricerca di una guida spirituale. Secondo Rob Leech, regista, fratello di uno dei pupilli di Choudhary, Richard Dart, oggi in prigione per aver tentato di realizzare ordigni esplosivi in Pakistan, «è pericoloso perché è intelligente». «Sa — ha sottolineato — come manipolare i giovani, come risultare simpatico. Questi ragazzi arrivano da lui un po’ sperduti: sa esattamente di cosa hanno bisogno».
Per le forze dell’ordine la svolta è arrivata nel 2014 quando Choudhary, Terrorismo L’imam Anjem Choudhary
su richiesta della moglie e di un gruppo di collaboratori, aveva dichiarato apertamente la sua lealtà a Isis. Per un uomo la cui continuata libertà aveva portato alcuni commentatori a chiedersi se non fosse una spia, era scattato l’arresto. Il processo, all’Old Bailey, si è concluso il 28 luglio, ma è stato reso noto solo adesso per non pregiudicare l’esito di un altro procedimento legale. La pena verrà stabilita a settembre ma dovrebbe essere quella massima, dieci anni di reclusione. Mentre Keith Vaz, laburista, presidente della Commissione parlamentare sugli affari interni, chiede una revisione della legge sul terrorismo, il ministero della Giustizia sta esaminando in quale carcere custodirlo. Circondarlo di uomini alla ricerca di nuove direzioni in prigioni dove la radicalizzazione è già un problema sembra un controsenso.