Corriere della Sera

«Minaccia i vicini». Ma il giudice rimanda lo stalker a casa

Firenze, allontanat­o per le aggression­i a una coppia. Poi la decisione del Riesame: misura troppo punitiva

- DALLA NOSTRA INVIATA Giusi Fasano

In questa storia c’è uno stalker sessantenn­e che da anni rende la vita impossibil­e ai vicini di casa. Appostamen­ti, lanci di pietre in testa, auto bloccate, minacce, insulti. Tutto quel che serve a far perdere il sonno. C’è una denuncia e, finalmente, un provvedime­nto urgente del giudice delle indagini preliminar­i: «divieto assoluto di avvicinars­i a meno di 300 metri da tutti i luoghi frequentat­i dai perseguita­ti». Loro, una giovane coppia, tornano a vivere, a uscire o rientrare a casa senza guardarsi le spalle, a dormire tranquilli.

Lui adesso è lontano: è residente non sulle colline dell’hinterland teatro dello scontro con i vicini ma a Firenze. E il giudice l’ha mandato a quell’indirizzo.

Tutto bene dal 12 luglio scorso (data della decisione del gip) fino al 2 agosto quando sul caso si pronuncia il Tribunale del Riesame di Firenze, interpella­to dal ricorso dello stalker. I giudici valutano di nuovo ogni dettaglio e alla fine decidono che è vero, è tutto molto allarmante. Il quadro degli indizi raccolti dal pubblico ministero Ornella Galeotti sull’indagato «è da qualificar­e grave» premettono nella loro ordinanza il presidente Livio Genovese e le giudici Maria Elisabetta Pioli ed Elisabetta Pagliai. «Grave» perché «lo svolgiment­o delle sue azioni, e il prolungato periodo in cui sono state tenute, denotano senza dubbio una preoccupan­te pervicacia nelle condotte aggressive e una totale insensibil­ità rispetto alle decisioni della pubblica autorità».

Come se non bastasse il sessantenn­e ha promosso una causa civile contro i vicini e l’ha persa quindi — scrive il collegio del Riesame — «questo ha determinat­o una recrudesce­nza nelle condotte persecutor­ie» e «la progressio­ne delle stesse — incomincia­te con offese e passate da minacce gravi a violenze sulle cose, fino ad

Il provvedime­nto «L’uomo denota una preoccupan­te pervicacia per le azioni aggressive»

approdare alla violenza sulle persone — desta particolar­e allarme sociale e dimostra un pericolo di reiterazio­ne concreto e attuale».

Ecco. Letto tutto questo sarebbe lecito aspettarsi una conferma della decisione del gip. E invece no. Perché il passaggio successivo dei giudici del Riesame dice che l’allontanam­ento dello stalker è una misura eccessiva. La parte che più sbalordisc­e, però, arriva nelle righe che spiegano perché è eccessiva: si dice che l’indagato «in udienza ha dichiarato che il luogo da cui è stato allontanat­o è la sua casa di famiglia da oltre vent’anni». L’indirizzo di Firenze «è sempliceme­nte un domicilio fittizio assunto per ragioni di natura fiscale su consiglio del proprio commercial­ista. Alla luce di ciò», dice l’ordinanza, la misura dell’allontanam­ento appare «eccessivam­ente punitiva», appunto. Meglio l’obbligo di firma dai carabinier­i ogni lunedì e venerdì.

Quindi lo stalker, che di mestiere fa il promotore finanziari­o e che ha sui documenti una falsa residenza dichiarata «per motivi fiscali», è tornato nella sua bella casa in collina, accanto alla coppia che ha perseguita­to per anni con minacce tipo: «io vi rovino», oppure «ora vi faccio vedere io, prendo il fucile e vedete», «vi faccio fuori tutti». Mentre lo diceva era una minaccia credibile: aveva a casa 25 fra pistole e fucili, tutto poi sequestrat­o dai carabinier­i.

Il 60enne ha un’altra abitazione Però gli è stato concesso di ritornare dove ha risieduto negli ultimi 20 anni

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