Corriere della Sera

Sul barcone per il fratello malato: «Lo curiamo in Toscana» Gara di solidariet­à per il bimbo egiziano. Si muove l’ospedale Careggi. Pronta una struttura per accogliere la famiglia

- Felice Cavallaro

La catena di solidariet­à per salvare Farid, il bimbo egiziano di 7 anni affetto da una insidiosa piastrinop­enia, ma con una famiglia di contadini che non ha i mezzi per curarlo, è cominciata all’alba, quando i primi lettori del Corriere si sono trovati davanti alla storia del fratellino più grande, Ahmed, arrivato a 13 anni da solo su un barcone a Lampedusa per lanciare il suo appello: «Aiutatemi a farlo operare e a farmi lavorare per pagare le spese».

Tanti i benefattor­i senza nome per la cronaca come lo storico mecenate di Milano, spesso pronto a cospicui doni con lo pseudonimo di «angelo invisibile». Ma i telefoni hanno cominciato ad arroventar­si di buon’ora anche a Palazzo Chigi dove il premier Matteo Renzi, come ha poi ricostruit­o il Corriere Fiorentino, ha mobilitato sia il Viminale con Angelino Alfano sia il mondo della sanità toscana con un sms a Stefania Saccardi, l’assessore alla salute della Regione. Subito attivatasi. Insieme con la direzione dell’ospedale di Careggi e col professore Marco Carini, pronti a prendere in carico il bambino che sarà curato al Meyer. Mentre la famiglia potrà essere ospitata in una casa della «Fondazione Tommasino Bacciotti».

Tutte notizie convogliat­e sul Dipartimen­to libertà civili e immigrazio­ne del Viminale, al lavoro per un trasferime­nto lampo dell’intera famiglia. Un ponte aereo Cairo-Firenze. Mentre il piccolo grande eroe di Lampedusa, Amhed, lascerà la Sicilia e sarà accompagna­to oggi in una struttura per minori della coop «Il Cenacolo» nella zona di Careggi.

È il sogno che si avvera a Rashid Kafr El Sheikh, dove vive il piccolo malato e i genitori ora fieri del figliolo che, a Lampedusa, aveva confidato il suo dramma a un operatore dell’Organizzaz­ione internazio­nale per i migranti. Un operatore con il suo stesso nome, Ahmed Mahmoud. Anch’egli egiziano, in contatto con Simona Moscarelli e col direttore per l’area mediterran­ea, Federico Soda, italo-canadese pronto con i suoi collaborat­ori a rispondere a chi partecipa alla gara di solidariet­à. La mail è iomrome@iom.int

Un buon punto di riferiment­o per quanti si sono fatti avanti. Come Davide Maged, fondatore e Ceo della Elite Medical Services, società disponibil­e a una triangolaz­ione con Firenze occupandos­i del trasferime­nto in Italia. O il banchiere con filiali in Egitto e il benefattor­e che attraverso Daniele de Sanctis vorrebbe contribuir­e. Come tanti semplici cittadini commossi dalla storia che il mare ha fatto approdare a Lampedusa.

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