Corriere della Sera

La biografia di Springstee­n: «Così sono diventato Boss»

- Di Paolo Rastelli

«Dna, talento naturale, serietà e dedizione, una sensibilit­à estetica quasi maniacale, un bruciante desiderio di... successo? Amore? Ammirazion­e? Attenzione? Donne? Sesso? Poi... oh, ma certo... qualche dollaro in tasca. E per finire... se vuoi sopravvive­re fino al termine della serata, un fuoco che ti divampa dentro senza spegnersi mai». È questo il kit di sopravvive­nza per cantanti rock secondo uno che di rock se ne intende. Ossia Bruce Springstee­n, sul cui sito ufficiale è stato pubblicato uno stralcio della prefazione a Born to Run, la biografia in uscita il 27 settembre per Mondadori. Dire che ci sia attesa tra i fans è poco: il sito App.com, che pubblica le notizie locali di Asbury Park, luogo della memoria del Boss, ha già elencato le 8 domande cui si attende risposta. Per esempio se è vero che nel 1970 ha lanciato un microfono contro la polizia. Oppure se all’epoca di Dr.Zoom and the Sonic boom, uno dei suoi primi gruppi, i musicisti giocavano davvero a Monopoli sul palco. Il rocker si è impegnato alla verità. Anche se, avverte, «la città da cui vengo è piena di piccoli impostori, e io non faccio eccezione». Ma promette di spiegare non solo «come» è diventato il Boss ma anche «perché». «A 20 anni ero già membro di quella categoria di personaggi che “mentono” al servizio della verità... gli artisti con la “a” minuscola. Ma avevo quattro assi nella manica: la gioventù, quasi 10 anni di gavetta sui palchi dei bar, un valido gruppo di musicisti locali ben sintonizza­ti col mio stile e una storia da raccontare».

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