Corriere della Sera

L’uccisione di padre Hamel, il 26 luglio scorso mentre celebrava la messa, ha colpito molto il presidente

- Di Andrea Riccardi

Parolin. Si è parlato dei cristiani in Medio Oriente, su cui la Francia esercita la tradiziona­le «protezione» con quella politica ben definita da Léon Gambetta nel XIX secolo: «l’anticleric­alismo non è un articolo d’esportazio­ne».

Il Vaticano è l’unico scopo del viaggio presidenzi­ale a Roma (lo fece solo Chirac nel 1996 anche in polemica con l’Italia). La visita a Roma si è aperta con una sosta nella chiesa nazionale, San Luigi dei francesi, di proprietà della Repubblica, dove Hollande si è raccolto in memoria delle vittime del terrorismo. Nella visita presidenzi­ale del gennaio 2014, pur avendo una conferenza stampa lì vicino, il presidente non entrò nella chiesa, che conserva un Caravaggio oltre tante steli per i caduti francesi. Allora l’incontro con il Papa fu piuttosto freddo, come se i due leader avessero poco in comune. C’era in Francia l’opposizion­e cattolica al «mariage pour tous». Poi sarebbe venuto il non gradimento vaticano all’ambasciato­re Stefanini per il suo orientamen­to sessuale (fatto negato dal Vaticano, tanto che il Papa ha poi ricevuto in privato il diplomatic­o, ma mai chiarito anche ai cardinali francesi). Tra Hollande e il Papa, niente spingeva a un nuovo incontro.

Ci sono stati però gli attacchi terroristi­ci islamisti in Francia, di fronte a cui Francesco ha mostrato costanteme­nte solidariet­à. L’uccisione di padre Hamel, il 26 luglio scorso mentre celebrava la messa, ha colpito molto il presidente, originario di Rouen. Si è subito recato nella chiesa dell’attentato (fatto non abituale non solo per la laicità francese, ma per l’ateismo professato dal presidente). Con forza ha dichiarato: «uccidere un prete è profanare la Repubblica». Non ha detto «cittadino», ma «prete». Il presidente ha riconosciu­to come la comunità cattolica sia una realtà essenziale per la Repubblica e la laicità stessa con una serie di gesti: a partire dall’incontro immediato all’Eliseo con l’arcivescov­o di Rouen, Lebrun, nella cui cattedrale — tra l’altro — è stato battezzato nel 1954. La mattina dopo, all’Eliseo, ha riunito i rappresent­anti dei culti (cattolici, protestant­i, ebrei, musulmani, induisti e buddisti). Il messaggio: «Dobbiamo essere insieme». Ma la classe politica francese (e gli stessi socialisti) sono apparsi divisi e incapaci di leadership nazionale in un momento di crisi.

Un altro gesto importante, il 27 luglio, è stata la presenza di Hollande, con gli ex presidenti Giscard e Sarkozy, nella basilica di Notre Dame de Paris, dove il cardinale Vingt-Trois ha celebrato la messa in ricordo di padre Hamel. I fedeli, alla fine, hanno applaudito il cardinale e Hollande, che uscivano insieme. Il discorso di Vingt-Trois è stato di grande livello: un forte appello all’unità nazionale e a non abbandonar­si alla paura. Il presidente ha notato come sia Vingt-Trois che Lebrun abbiano interpreta­to in modo efficace una leadership morale nazionale di cui i politici sembrano incapaci. Del resto i religiosi (specie con la visita dei musulmani alle messe domenicali dopo l’assassinio di padre Jacques) hanno mostrato un forte senso di responsabi­lità nella crisi: una risorsa di cui la Francia ha bisogno. Tanto da far dichiarare al presidente: «Repubblica laica non vuol dire Repubblica pagana».

C’è poi l’aspetto personale tra il presidente e il Papa. Subito dopo l’attentato, Hollande ha cercato Francesco. Questi lo ha richiamato, dicendogli di sapere che viene da Rouen: «sono al suo fianco come un fratello». Il tono della telefonata ha commosso Hollande che ha ribadito: «Quando un prete è colpito, tutta la Francia è ferita». Venendo a Roma, ha parlato della volontà di dire la sua gratitudin­e al Papa, che si è vista nel calore dell’incontro. All’aspetto personale si aggiunge però la constatazi­one, da parte del presidente, che le religioni sono un legame sociale rilevante in una società frammentat­a e spaventata. La stessa Chiesa cattolica francese, non sempre apprezzata in patria e in Vaticano, ha alle sue spalle un lavoro serio nel creare un tessuto sociale di convinzion­i e relazioni. Laicità, per il presidente, significa oggi «riunire» e «vivere insieme».

Confronto La Chiesa cattolica francese ha alle sue spalle un lavoro serio nel creare un tessuto sociale di convinzion­i e relazioni. Laicità, per il presidente, significa oggi «riunire» e «vivere insieme»

UNA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO

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