Loren, premio Oscar per una storia di dolore ancora attuale
Ancora pochi giorni fa al Festival di Locarno, grandi ospiti internazionali come Ken Loach e Keitel parlavano del cinema italiano di ieri come patrimonio dell’umanità ed i primi nomi che ricorrono sono sempre De Sica e Fellini che hanno in modo diverso fotografato con stile personale la realtà.
Godendo dell’immunità che l’estate concede al bianco e nero, rivediamo allora un grande film della tradizione neorealista, la Loren di La ciociara, prodotto da Carlo Ponti per la moglie che vinse l’Oscar e il premio di Cannes e che uscì nel Natale di quell’anno magico per il nostro cinema che fu il 1960 con stratosferico incasso di 1 miliardo 549 milioni.
Seconda volta regista di Sofia dopo L’oro di Napoli, De Sica racconta, sceneggiato da Cesare Zavattini, il romanzo di Moravia del ’57 dove una giovane vedova, con la figlioletta si rifugia in Ciociaria per sfuggire nel ‘43 ai bombardamenti alleati. Sulla strada del ritorno l’incontro con i marocchini dell’esercito Usa provoca la violenza sulle donne, tronca fine di un’adolescenza e rimorso materno. Inizialmente pensato per la Magnani mamma e Loren figlia, il film è popolare, bello, emotivamente sottolineato dalla musica di Trovajoli e non vuol essere poetico, ma condividere un pezzo di dolore e di storia (iniziava allora il ricchissimo filone sulla II Guerra) per una platea multinazionale dove il divismo della Loren faceva da traino per un episodio drammatico, non unico, ma allora «recente» e che non ha perso oggi la sua for- za, in epoca di femminicidio. Nel cast oltre alla diva che poi rifarà la stessa parte per un remake tv movie di Dino Risi dell’89, la figlia Eleonora Brown, Vallone, Salvatori, Pupella Maggio, Ninchi e il giovane Jean Paul Belmondo, presto Leone d’oro alla carriera a Venezia grazie a una carriera spesso italiana, nel ruolo dell’occhialuto intellettuale antifascista.
La ciociara
di Vittorio De Sica, 1960 Rai3, ore 15.50