La delusione di Cipriani: «Brutti i cartelli contro i visitatori»
Il patron dell’Harry’s Bar: triste spettacolo i mangiatori di panini ai piedi dei monumenti, ora aree attrezzate
fenomeno dell’invasione turistica non è nuovo — avverte —. Molte persone che in agosto popolano le spiagge, i centri balneari limitrofi a Venezia, decidono di fare un giro a Piazza San Marco. Senza un motivo preciso, tanto per passare il tempo. Eccoli allora arrivare vestiti da spiaggia, o meglio svestiti, e accamparsi qua e là. Birre e panini consumati su gradini delle Chiese, stupide bravate, tuffi nei canali. È sempre successo, ma un tempo le intemperanze si arginavano con il controllo sociale».
In che senso?
«Mi riferisco ai veneziani che abitano la città. Vent’anni fa erano molto più numerosi. Si muovevano, entravano nei negozi (adesso chiusi) a fare la spesa, si confrontavano con i turisti. Nel caso, li riprendevano. Oggi, il centro è in un guscio semivuoto. Riempito da pendolari. In vaporetto, mi capita di osservare le persone accorgendomi di essere l’unico a portare i pantaloni lunghi. Quanti abitanti siamo rimasti? Cinquantamila? Forse meno».
Venezia in balìa dei turisti di ogni risma. Ma c’è un sindaco. Brugnaro aveva promesso il repulisti...
«Il sindaco ci sta provando, fa quel che può. I vigili pure. Ribadisco: è la gente che vi abita a segnare la differenza. In città, non ci sono soltanto i cartelli “insultanti” spuntati in questi giorni; se lei guarda attorno ne vedrà altri, in più lingue, che invitano con cortesia al rispetto delle regole. Ma restano lettera morta. Talvolta la pressione turistica attiva comportamenti indecorosi. E i singoli neppure si accorgono».
Per esempio?
«Penso a tutti i mangiatori di panini ai piedi dei monumenti. Triste spettacolo. D’altronde, nessuno è obbligato a consumare nei bar o nei ristoranti. Venezia dovrebbe dotarsi di aree attrezzate. Mi viene in mente New York. Fuori dalla Grand Central Station c’è uno spazio organizzato con sedie, tavoli e cestini dei rifiuti per i cultori dello street food».
Il centro è un guscio semivuoto A volte in vaporetto sono l’unico con i pantaloni lunghi
I turisti, piaccia o no, sono la ricchezza di Venezia. Come se ne esce, Cipriani?
«Occorre ripopolarla. È il mio chiodo fisso. Avrei anche una proposta. Una tassa sugli acquisti fatti a Venezia. A carico di cittadini e turisti. Da escludere generi alimentari e medicine. I proventi andrebbero usati per ripulire il centro storico e incentivare le residenze. Vivere a Venezia è comunque un privilegio».